Reinserirsi dopo una condanna a 11 anni: la storia di Paolo Triggiano
Dopo l'arresto nel 2010, l'uomo ha seguito un percorso lavorativo prima in carcere e poi all'esterno con la cooperativa Mont Fallère
Ripartire e ricostruirsi una vita e un percorso professionale, anche dopo una condanna definitiva a 11 anni e 2 mesi di carcere.
È la storia di Paolo Triggiano, originario di Bari, arrestato nel 2010 al Traforo del Monte Bianco, dopo essere stato sorpreso con della cocaina a bordo del mezzo che guidava e, dopo un percorso di reinserimento lavorativo, da circa un anno socio della cooperativa Mont Fallère, per la quale è responsabile della lavanderia al GB Festaz.
I numeri
Se le statistiche dicono che la recidiva per i detenuti che vengono inseriti in percorsi lavorativi è del 2% (contro il 70% di chi non segue questo genere di percorso), la storia di Paolo Triggiano è un esempio positivo in questo senso, relativo alla Valle d’Aosta.
«Sono nato a Bari, ma da bambino mi sono trasferito a Milano, ho sempre lavorato nel corso della mia vita – ricorda -.
Ho perso mia mamma a 29 anni, a 44 anni facevo il trasportatore. Ho fatto un trasporto sbagliato e al Monte Bianco mi hanno fermato e portato a Brissogne. Ho ricevuto una condanna definitiva a 11 anni e 2 mesi.
Non sono stato trasferito in un altro istituto e allora ho chiesto di fare il volontario e ho verniciato alcune aree del carcere».
L’incontro di Paolo Triggiano con la Mont Fallère
Nel 2012, poi, l’incontro con la cooperativa Mont Fallère. «Ero finito in graduatoria per lavorare in cucina ed ero primo, ma hanno preso il secondo e io sono stato indirizzato in lavanderia – aggiunge Triggiano -.
Avevo sempre fatto altro, ma dopo il colloquio con Carlo Moro e Ivan Rollandin ho avuto la loro fiducia e dopo un anno sono diventato responsabile a Brissogne».
Il lavoro all’esterno
La nuova svolta arriva nel 2014.
«La cooperativa ha aperto la lavanderia al GB Festaz e il 14 febbraio ho avuto il permesso di lavorare all’esterno del carcere.
Sono diventato poi responsabile della struttura, nel 2018 ho avuto la semilibertà e ho preso casa a Saint-Christophe con la mia fidanzata e ho deciso di stabilirmi qui.
Ho finito di scontare la pena nel 2020, ho fatto tutto il percorso a regola d’arte e qualche anno fa ho seguito i corsi per aiutare i più fragili, dagli extracomunitari alle persone con problemi psichiatrici, fino alle donne che arrivano dal centro antiviolenza», sottolinea l’uomo.
La testimonianza completa di Paolo Triggiano è pubblicata su Gazzetta Matin in edicola da lunedì 29 maggio. Il giornale è disponibile anche in formato digitale per pc, smartphone e tablet.
(Thomas Piccot)