Lega: presentata la sua proposta di legge di riforma elettorale
La proposta prevede un quorum al 4,5%, premi di maggioranza per chi raggiunge il 35% o il 40%, e l'indicazione del presidente da parte di chi vince le elezioni
Lega: presentata la sua proposta di legge di riforma elettorale. La Lega Vallée d’Aoste ha presentato un proprio disegno di legge per la riforma elettorale.
Il testo è stato depositato martedì 23 maggio sera alla presidenza del Consiglio Valle.
La proposta, dopo le riunioni dei giorni scorsi nelle quali sembrava esser stato raggiunto un accordo, alla fine non è stata sottoscritta da Fratelli d’Italia e da Forza Italia.
«È una proposta che nasce da un lungo lavoro di confronto interno – dicono i consiglieri della Lega VdA -, che è stata poi perfezionata a livello tecnico e giuridico affinché da una parte esprimesse il modello migliore per la Regione, dall’altra perché fosse inattaccabile in caso di eventuali contenziosi».
La proposta
L’iniziativa legislativa prevede un premio per la lista o la coalizione che raggiunge il 35% dei voti validi, con un numero di 19 seggi, che diventano 21 nel caso in cui si raggiunga il 40%, questo per favorire la stabilità di governo e l’aggregazione di forze con un programma comune. Inoltre, la proposta introduce l’individuazione del Presidente della Regione nella lista che, singolarmente o in coalizione, raggiunge il maggior numero di voti.
«Questo meccanismo fa in modo che siano gli elettori a scegliere il proprio Presidente con l’espressione del voto – specificano i consiglieri -, affinché questi venga individuato nella maniera più democratica possibile dando al contempo “forza” al partito/coalizione che ha vinto, secondo il principio per cui “la squadra viene prima del capitano”».
Vengono inoltre reintrodotte le preferenze multiple, che risultano essere cinque, sulla scorta di quanto avviene già in altre realtà Autonome, opzione che permette una maggiore libertà di scelta e che rende ulteriormente non riconoscibile il voto espresso.
Infine si modificano le disposizioni relative alle firme, abbassando a 800 il numero minimo da raccogliere, così come viene stabilita in maniera inequivocabile la soglia di sbarramento, individuata al 4,5%; anche le incompatibilità vengono modificate aumentando i soggetti candidabili e/o compatibili con la carica di consigliere regionale, ad esempio, gli amministratori di Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti.