Consiglio Valle, Caveri: «l’europeismo appartiene al mondo autonomista»
Nella sessione europea passa una risoluzione della Lega affinché la Valle d'Aosta, regione di montagna svantaggiata, possa essere trattata con maggiore attenzione
Consiglio Valle, Caveri: «l’europeismo appartiene al filone del mondo autonomista» . Lo ha detto l’assessore con delega agli Affari europei Luciano Caveri alla fine del lungo dibattito in aula consiliare sulle attività svolte dalla Regione autonoma Valle d’Aosta nel 2022 per l’attuazione delle politiche promosse dall’Unione europea e in materia di rapporti internazionali, che sono contenute in una corposa relazione di 147 pagine suddivisa in otto capitoli. Passa una risoluzione della Lega affinché la Valle d’Aosta, regione di montagna svantaggiata, possa essere trattata con maggiore attenzione .
La risoluzione
Con un voto unanime il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato una risoluzione, presentata dal gruppo Lega VdA, che impegna l’assessore regionale Agli affari europei a «promuovere iniziative volte a riaffermare e consolidare la posizione della Valle d’Aosta nell’ambito dell’Unione Europea quale regione di montagna sempre più caratterizzata da svantaggi naturali, demografici e competitivi (“costo della vita”) rispetto ad altre regioni insulari, transfrontaliere e di montagna». Illustrato dal consigliere Stefano Aggravi (Lega Vda), il testo è stato presentato nell’ambito della sessione europea e internazionale del Consiglio Valle.
La richiesta prende spunto dalla relazione dell’assessore Caveri e richiama i contenuti delle “sacrosante rivendicazioni” contenute nella carta di Chivasso in termini di autonomie politico-amministrative, culturali e scolastiche, economiche.
Europee, rivedere la legge
«Ci avviciniamo alle elezioni europee e evidenzio un problema pratico: l’attuale sistema elettorale ci penalizza. Il raggiungimento delle 50.000 preferenze è per noi un sogno. Si dovrebbe arrivare a proporre una circoscrizione che ci tuteli maggiormente come minoranza linguistica francofona oppure ridurre il numero di preferenze da raggiungere a 25.000. Questa è oggi la nostra priorità: dobbiamo impegnarci tutti insieme perché il risultato è dare voce ai valdostani al Parlamento europeo». Lo ha detto il consigliere regionale Claudio Restano (Misto) intervenendo al dibattito sulla relazione dell’assessore agli Affari europei nella sessione europea e internazionale del Consiglio Valle.
Il dibattito
«Nel 1990 eravamo in ritardo rispetto alle altre Regioni per sfruttare le opportunità legate agli aiuti europei – ha affermato il capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier -. Oggi invece abbiamo dei programmi con una capacità di spesa che è tra le migliori a livello italiano, ad esempio nel settore agricolo e dell’allevamento».
Per il vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi «noi tutti vorremmo un’Europa più federale, ma oggi dobbiamo prendere atto che l’Unione europea ha come interlocutori privilegiati gli Stati nazionali, i quali non vogliono perdere potere dando spazio ai livelli superiori – l’Ue – e ai livelli inferiori – le Regioni. L’Ue continua a muoversi – e lo vediamo sul confine ucraino e nel Mediterraneo – come medie e piccole potenze che agiscono con moto proprio senza una strategia complessiva: oggi, di fatto, il futuro dell’Ue rimane nell’incontro tra Ministri delle finanze, perché è lì che si può giocare concretamente».
«Il documento presentato in Aula è diventato un testo molto tecnico ma manca la visione politica su come si sta posizionando la Valle d’Aosta rispetto ai parametri europei su linee fondamentali come il contrasto ai cambiamenti climatici, la transizione energetica, la mobilità sostenibile non inquinante, l’agricoltura di montagna, la sanità e l’educazione scolastica. Mi pare un documento dovuto per legge piuttosto che un’occasione per capire se stiamo andando nella giusta direzione e se stiamo usando bene le risorse comunitarie» ha sottolineato Chiara Minelli (Pcp)
Il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis, ha dichiarato: «Siamo europeisti convinti e aderiamo al Partito popolare europeo; crediamo nell’Europa delle nazioni ma anche in quella delle regioni. Il tema principale è quello della sussidiarietà: noi crediamo sia un valore importante così come riteniamo fondamentale ottimizzare i vari livelli istituzionali, partendo dal basso verso l’alto L’appartenenza all’Ue è un’opportunità per la Valle d’Aosta, anche se vi sono ancora molte resistenze nell’ammodernamento dell’Amministrazione. C’è ancora molto da fare per migliorare e semplificare, ma noi crediamo che l’Ue sia fondamentale per stimolare la crescita della nostra comunità».
«All’interno di questa Unione ci sono poi paesi che contano di più e altri che contano di meno: una sorta di élite che sicuramente non fa onore al pensiero dei Padri fondatori – ha puntualizzato il capogruppo della Lega Andrea Manfrin -. Anche la definizione di una “Europa che ci ha regalato 70 anni di pace” è fuorviante, visti il precedente conflitto nei Balcani e l’attuale questione dell’Ucraina. Per quanto riguarda la relazione presentata in Aula, notiamo che non è stata affrontata la questione dei confini con la Francia: l’Ue avrebbe potuto fare da arbitro e invece, pilatescamente, ha deciso di non decidere».
Albert Chatrian ha giudicato «interessante il sondaggio fatto qualche mese fa dal quale emerge che il 79% dei giovani si dichiarano europeisti convinti e si mettono in evidenza i numerosi punti di forza senza abdicare ai punti di debolezza. Non dobbiamo aver paura di far arrivare le esigenze della nostra regione e della montagna all’interno di questa Unione in cui noi crediamo. A dispetto del territorio ridotto e dei nostri piccoli numeri dobbiamo mettere in campo tutta la forza politica autonomista che può fare la differenza in Europa, rappresentando le esigenze delle popolazioni di montagna che hanno deciso di costruire il loro e il nostro futuro in questi territori».
Per il presidente della Regione Renzo Testolin «abbiamo attivato programmi e progetti che consentono di porre le basi anche per percorsi futuri, accompagnati da una visione strategica interna che, tuttavia necessita di un coordinamento generale con il livello europeo. Non neghiamo la difficoltà ad approcciarsi alle regole europee, e questo deve stimolare sempre di più professionisti e uffici ed essere sempre più attrezzati per raccogliere le sfide generate da percorsi amministrativi non sempre semplici. Il futuro percorso europeo dovrà poi dare nuovi impulsi anche per far tornare l’Ue al centro di discussioni più ampie e performanti nel contesto mondiale.»
Il Presidente del Consiglio, Alberto Bertin, richiamando la risoluzione approvata lo scorso anno nell’ambito del dibattito sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, ha osservato: «L’Unione europea multilivello rappresenta una visione europeista moderna in cui le Regioni devono avere un ruolo. Nell’ottica di garantire una rappresentanza effettiva a tutti i territori regionali, in questo anno, tutti abbiamo cercato di fare la nostra parte per sensibilizzare la revisione della legge 18/1979 riguardante l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia: io ho sottoposto a più riprese la tematica all’interno della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali. I cambi di governo a livello nazionale hanno rallentato i tempi, che da qui in avanti sono oggettivamente stretti: la partita è quindi ora determinante».
(re.aostanews.it)