Lega: dai pre-socratici al pensiero unico, viaggio di 2.500 anni nella prima lezione della Scuola di politica
La storia del pensiero occidentale illustrata da Luca Distort e Simone Perron; duro affondo sul pensiero socialista e le sue evoluzioni
Il pensiero occidentale ricostruito attraverso una carrellata lunga 2.500 anni: è quanto proposto al primo appuntamento della Scuola di politica della Lega Vallée d’Aoste nella serata di venerdì 19 maggio all’hôtel HB di rue Malherbes.
Nell’introdurlo il segretario regionale Marialice Boldi ha ricordato che «un cittadino non può non interessarsi alla politica perché la politica si interessa a lui» e la senatrice Nicoletta Spelgatti ha aggiunto: «fare politica non è occupare una poltrona ma è fare gli interessi della comunità».
La lezione
Primo a prendere la parola Simone Perron, insegnante di professione, che parla di «narcisismo occidentale e di eurocentrismo, due atteggiamenti sbagliati, perché ci sono miliardi di persone che non la pensano come noi, che ci porteranno al declino, prima, e al tramonto, poi».
Se a riannodare le fila del pensiero occidentale a partire dai pre-socratici – dalla visione cosmica – per arrivare al Positivismo – dove la realtà è sovrana – è Luca Distort, architetto di professione, è Perron ad analizzare le correnti di pensiero dal Liberismo al Pensiero unico per un periodo che va dal 1.600 ai giorni nostri.
«Il Liberismo – uno dei fondamenti per la Lega- ha come capisaldi «la libertà individuale, inscindibile dal capitalismo, lo stato minimo, oggi declinato in meno tasse e meno burocrazia, e la visione liberista dell’economia sono i capisaldi» sottolinea Perron. Cita Benedetto Croce tra i sostenitori del liberalismo.
«Il socialismo – scandisce Perron nell’introdurre la corrente di pensiero -, con il suo collettivismo si contrappone all’individualità e con le statalizzazioni si contrappone al libero mercato. Il socialismo – spiega – promana dalla Rivoluzione francese». Passa poi al socialismo utopico di Marx e Engels «di cui Lenin fu il braccio armato ancorché rivisionista delle teorie marxiste. Ma l’apice della follia arrivò in Cambogia con Pol Pot che fece una strage dei suoi connazionali. Si stima che in meno di 4 anni morirono per mano dei kmer rossi 1,5-2 milioni di cambogiani». Sottolinea: «Ogni volta che si applica il marxismo si finisce in tragedia».
L’egemonia culturale
Spiega poi «l’internazionalismo che è l’evoluzione del pensiero socialista» poi cita Antonio Gramsci che «teorizza l’egemonia culturale» dove «chi sta in cima impone i suoi valori; teoria che è stata applicata a meraviglia in Italia nel dopoguerra, occupata da una visione politica ben precisa».
Il pensiero unico
Perron termina con circoscrivere il ‘pensiero unico’: «alla sinistra post operaista gli operai non interessano più, interessano i di diritti Lgbt, le minoranze, gli immigrati. Con il radical chic – in Italia sinistra al caviale – siamo al paradosso. In Francia, negli anni ’70, un gruppo di intellettuali radical chic tra cui Michel Foucault firmò una petizione per la depenalizzazione del sesso con i minori (consenzienti ndr). Ricordiamoci il caso Bibbiano. E poi la sinistra ci fa la morale. Nelle democrazie radicali si sobillano comitati e associazioni, gettando benzina sul fuoco, si strumentalizzano le categorie – aprite gli occhi comunità Lgbt – per sfruttarle. I poteri economici le sovvenzionano perché il sovranazionalismo è nel Dna del pensiero unico che rinnega la critica e la libertà di pensiero. Oggi rischiamo un’involuzione alla quale noi possiamo porre un’argine. Fondamentale è il metodo del sapere».
2500 anni di storia
Parte dai pre-socratici (Ante Cristo) l’analisi del pensiero occidentale di Distort. «Dalla visione cosmica dei pre-socratici si passa al pensiero sofista dove la ragione la fa da padrona. Nell’ultima fase la sofistica precorse la scuola della manipolazione, riducendosi a pura arte dialettica e confutatoria a prescindere dal contenuto di verità delle tesi sostenute» spiega Distort.
Non possono mancare gli accenni a Socrate «dove l’etica prende forza e Platone «dove si comincia a parlare di giustizia che presuppone la conoscenza del giusto e del nobile».
Altra pietra miliare del pensiero occidentale è Aristotele «dove la logica predomina». Per Distort «la filosofia romana fu sempre un prodotto di importazione, senza mai produrre un apporto nuovo». Va verso il Cristianesimo «con la sua natura salvifica» e che introduce «il concetto del bene e del male». Tra i pilastri Distort cita Sant’Agostino «dove fede e ragione non sono in contrapposizione».
«La Scolastica, lo dice il nome stesso, non voleva affatto tenere la gente nell’ignoranza. Smontiamo il preconcetto di una chiesa oscurantista. Lo scopo del pensiero scolastico, anzi, è educativo e poggia su un uso rigoroso dell’intelletto. Agli scolastici non potevi certo propinare ‘fake news’».
Sn Tommaso e Cartesio
Poi arriva San Tommaso la ragione aristotelica e rilancia la conoscenza. Si succedono l’Umanesimo e il Rinascimento che mettono l’uomo al centro. «La rivoluzione scientifica – prosegue Distort – porta con sé la visione funzionalistica, rottamando la metafisica. Con il famoso ”cogito ergo sum” Cartesio decreta la centralità dell’uomo. Per lui l’indagine dei fenomeni parte da una soggettività. Si aprono le porte all’Illuminismo che disquisice su tutto e dove la ragione è l’unico mezzo per la comprensione del cosmo. Si finisce con divinizzare la ragione. Oggi siamo abbastanza vittime di questo pensiero. L’antipolitica sta cercando di smontare i corpi intermedi».
Fino ad arrivare al criticismo di Kant «per il quale la ragione ha dei limiti» e all’idealismo di Hegel, Ficthe e Shelling dove «la filosofia torna in primo piano». Si approda poi al Positivismo che «si fonda sui fatti reali e trae certezza dall’osservazione propria delle scienze naturali e sperimentali. Il maggiore esponente fu Charles Darwin» conclude Distort.
(danila chenal)