Area Autonomista: sì alla ricomposizione al motto «basta odi e divisioni»
Al Centro Congressi del Grand Hôtel Billia è stata posta, nella serata di oggi, giovedì 18 maggio, la prima pietra della casa comune degli autonomisti. La ’récomposition’ e il percorso verso la Costituente, con la sottoscrizione della Charte des valeurs et des principes autonomistes di fronte a una platea di 350 persone - da parte di Union valdôtaine, Alliance valdôtaine, VdA Unie - Mouv’ e Orgueil valdôtain, sono avviati
Area Autonomista: sì alla ricomposizione al motto «basta odi e divisioni».
Al Centro Congressi del Grand Hôtel Billia è stata posta, nella serata di giovedì 18 maggio, la prima pietra della casa comune degli autonomisti. La ’récomposition’ e il percorso verso la Costituente, con la sottoscrizione della Charte des valeurs et des principes autonomistes di fronte a una platea di 350 persone – da parte di Union valdôtaine, Alliance valdôtaine, VdA Unie – Mouv’ e Orgueil valdôtain, sono avviati.
Il documento
Il documento impegna a «superare intelligentemente le divisioni del passato attraverso regole condivise, che consentano la convivenza civile in una casa comune e a riaccendere la coscienza politica del popolo valdostano: una condizione forte per contrastare e decidere, sostenendole nostre ragioni in qualsiasi istituzione».
Sulle sfide future recita: «Lo sviluppo tecnologico sta cambiando le nostre vite attraverso il web, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie. I cambiamenti della nostra società ci mettono di fronte a un crescente invecchiamento della popolazione, a una popolazione in declino e alla necessità di gestire con attenzione flussi migratori. Il cambiamento climatico ha ovvie conseguenze su territori e sulle attività umane. La cultura valdostana sta ugualmente cambiando: è necessario salvare le lingue storiche e le tradizioni, risorse importanti per mantenere la nostra identità come popolo alpino. L’economia deve svilupparsi e differenziarsi rispettando uno sviluppo sostenibile, perché è attraverso la nostra ricchezza che noi creiamo le risorse necessarie per garantire la qualità della vita e il livello dei servizi pubblici».
Non è tralasciata l’autonomia che «a 75 anni dalla nascita dello Statuto, la Valle d’Aosta conserva intatte le ragioni dell’Autonomia speciale: un’autonomia che non solo va solo difesa, ma va rafforzata nel solco di una storia secolare e del suo radicamento contemporaneo. Questa azione può essere supportata solo dalla presenza decisiva di una forza politica coesa e unitaria».
Il documento impegna ad arrivare alla Costituente entro la fine dell’anno.
Il deputato
Per il deputato Franco Manes, che si appella alla coesione, le parole chiave del processo della seconda réunion (dopo quella avvenuta nel 1977 ndr) sono «autonomia, unione, futuro. Mi permetto di aggiungere anche il termine ‘forza’ perché se oggi riusciremo a far cadere i muri del passato ridaremo valore alle parole di Chanoux: ‘Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux, ils sont fait pour éclairer le monde; en général ils ne sont pas de grands peuples par le nombre, ils le sont parce qu’ils portent en eux la vérité et l’avenir’».
Introduzione al dibattito
Per la giovane Eloise Vittaz bisogna «ripensare l’autonomia prima che sia troppo tardi, prima che l’autonomia rimanga solo sulla carta. Possiamo e dobbiamo farlo insieme, coinvolgendo tutta la comunità».
Invita alla coesione e ad abbandonare «gli antichi odi» Joseph Cesar Perrin, un ‘ténor’ del Leone rampante. «Ci sono stati momenti dolorosi anche in passato ma nel 1977 abbiamo saputo andare oltre e l’autonomia si è nutrita di nuova linfa. Dobbiamo superare anche le diaspore attuali. I valdostani sono stufi di lotte intestine. Vogliamo continuare a vivere o morire? Andiamo avanti».
Gli attori della récomposition
Cita Emile Chanoux Christian Sarteur di Pays d’Aoste Souverain «che ci ha lasciato un’eredità che non è legata al potere personale o ai personalismi. È necessaria la stabilità per governare e questa passa per un movimento autonomista unito. Noi siamo indipendentisti ma appoggiamo dall’esterno il percorso intrapreso».
Il portavoce di Orgueil valdôtain Osvaldo Chabod dice «Orgueil aveva un unico obiettivo: dare una spinta al processo di ricomposizione. Questo di oggi è un punto di partenza e nulla è stato deciso. La volontà di superare le divisioni e di riempire di contenuti quello che è un foglio bianco sono le condizioni per approdare alla costituente in autunno».
«VdA unie -Mouv’ sono due frammenti della diaspora – ha sottolineato Damien Charranche – che ha portato divisioni anche nelle famiglie e alla fine di amicizie. La diaspora si può superare solo se c’è unità di intenti. La récomposition non è un obbligo ma un’opportunità».
Albert Chatrian, coordinatore di Alliance valdôtaine e tra i fautori della rėunion, ha ricordato che «un gran numero di valdostani guarda alla ricomposizione con favore. L’area autonomista deve fare tesoro del passato per ricucire e ritrovare la coesione che è necessaria».
Per la presidente dell’Union valdôtaine Cristina Machet «bisogna accendere la passione per la politica nei giovani. Bisogna guardare avanti. Parlo al cuore degli unionisti che tentennano e dico loro che bisogna voltare pagina: il passato è passato. Non vogliamo l’autonomia differenziata, vogliamo ben stretta la nostra autonomia. E per farlo dobbiamo essere coesi».
Gli intervenuti
Il sindaco di Aosta Gianni Nuti ha detto: «Non ho mai amato le divisioni. Dobbiamo osare e progettare. Quando si tradisce il torto e la ragione non stanno mai da un’unica parte. Perdonare è quello che dobbiamo fare per proiettarci nel futuro».
Per Laurent Viérin «abbiamo bisogno di entusiasmo e di giovani. Con tutte le sue sfaccettature l’area autonomista si smarca da quelli che sono attirati dalle sirene dei partiti nazionali. Ora pensiamo ai contenuti».
L’ex presidente della Regione ed ex presidente dell’Uv Erik Lavevaz ha parlato di «scala non facile da salire. Ci sono stati anni in cui le nostre strade sono state parallele e non sono mancati gli sgambetti. Il nocciolo della questione è che le nostre divisioni hanno indebolito l’identità valdostana. Ora dobbiamo condividere l’obiettivo e avere chiara la posta in palio».
Per Luciano Caveri «autonomia deve essere giuridica ed è necessaria per mantenere l’identità. Sul documento non dobbiamo che aggiungere una data per la costituente».
«Da stasera saremo ancora più forti in Consiglio regionale. C’è chi spera che la réunion naufraghi. Ai gufi dico che non accadrà. Bisogna lavorare con onestà, divulgare il percorso, parlare di politica ai giovani» ha chiarito Luigi Bertschy.
Il capo dell’esecutivo Renzo Testolin ha sottolineato: «Per me oggi è ritrovarsi in famiglia dove, magari, le idee non sempre coincidono ma dove si condivide un obiettivo finale. Credo che abbiamo imboccato la strada giusta».
Si dice preoccupato dal centralismo il segretario del Savt Claudio Albertinelli e «per questo voglio un fronte autonomista compatto. Vogliamo un interlocutore che abbia le nostre stesse preoccupazioni».
«Mi si allarga il cuore davanti a questa sala colam – ha esordito l’ex consigliera regionale Patrizia Morelli – ma ho anche una preoccupazione: che il progetto fallisca. Nessuno ha intenzione di scalare nessuno. Abbiamo la volontà di riscrivere un nuovo capitolo, un nuovo libro. Costruiamo una casa comune in armonia».
«Réunion è una bella parola che mi trova d’accordo – ha commentato Paolo Contoz -, è un concetto che ho ribadito negli anni» ma ribadisce: «ci vogliono nuove e precise regole altrimenti sarà solo un’insipida minestra riscaldata».
(danila Chenal)