18 Maggio: la visione politica di Emile Chanoux resta di attualità
Lo sottolineano i presidenti della Regione, Testolin, e del Consiglio della Valle d'Aosta, Bertin,ricordando il 18 maggio del 1944, data della morte di Emile Chanoux per mano dei nazi-fascisti
18 Maggio: la visione politica di Emile Chanoux resta di attualità. Lo sottolineano i presidenti della Regione e del Consiglio della Valle d’Aosta
Ricordare è perpetuare
«Al di là di ogni connotazione politica che si possa attribuire a questa data, ricordare la figura di Emile Chanoux è un modo per perpetuare il pensiero e l’azione di un valdostano che voleva per la sua terra natale un futuro all’insegna della crescita culturale, economica e istituzionale». Lo scrive il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, ricordando il 18 maggio del 1944, data della morte di Emile Chanoux.
«Un europeista anzitempo, un precursore del federalismo, un sostenitore incondizionato della libertà e partigiano dell’autonomia della Valle d’Aosta – ricorda Testolin -, Chanoux sviluppò il suo pensiero a partire dalla piccola comunità di Rovenaud, a Valsavarenche, dove la condivisione e la solidarietà erano e dovevano essere quotidiane, per superare le difficoltà insite nella vita di un villaggio di montagna».
L’eredità
«E da questa realtà alpina ha saputo trarre i principi che caratterizzano la cultura valdostana – scrive Testolin -. Una cultura che all’epoca era legata a un’economia che richiedeva sacrifici, ma che insegnava anche a credere in un futuro migliore per tutti e a immaginarlo con la consapevolezza che il nostro territorio e il nostro ambiente, e soprattutto il nostro patrimonio idrico, erano – e sono tuttora- la nostra ricchezza, come Chanoux ha ricordato in più occasioni nei suoi scritti».
Per il presidente, «è anche per questo che l’eredità di Chanoux è importante: egli era sia un uomo del suo tempo, con profonde convinzioni e fortemente impegnato nelle lotte della sua epoca, ma anche un uomo il cui pensiero si estendeva oltre le montagne che lo circondavano. In un periodo storico e tragico, ha saputo interpretare l’avanguardia degli ideali europeisti e teorizzare l’unione dei popoli».
E conclude: «Parafrasando una sua celebre affermazione, di cui è l’autore, credo che oggi si possa davvero considerare che ‘ci sono uomini che sono come fiaccole’ e che dobbiamo guardare nella direzione della luce che proiettano».
L’europeista
«Il ricordo di Emile Chanoux coincide quest’anno con l’80° anniversario della Dichiarazione di Chivasso, firmata il 19 dicembre 1943 dai rappresentanti delle popolazioni alpine del versante italiano». ricorda il presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Alberto Bertin nel giorno del 79esimo anniversario della sua morte.
«Chanoux fu uno dei principali promotori dell’incontro di Chivasso in pieno regime nazifascista – prosegue Bertin – lavorò con determinazione, perché per lui la questione valdostana doveva essere inserita in un contesto più ampio, solidale con le altre popolazioni alpine in primis, all’interno di un’Europa unita e in pace, fondata sul riconoscimento dei suoi popoli, riunita nella molteplicità delle sue lingue e culture, ispirata dai principi federalisti di autonomia, sussidiarietà, partecipazione e solidarietà».
Per il presidente del Consiglio Valle «la sua visione lungimirante dell’Europa è oggi di grande attualità: le regioni e gli enti locali sono il tassello fondamentale del mosaico europeo e di una democrazia fiorente».
(re.aostanews.it)