10 valdostani sono in attesa per il trapianto di rene
La Struttura Compless Nefrologia è impegnata in una campagna di sensibilizzazione sulla donazione di rene da vivente. In Valle, 83 pazienti sono attualmente in dialisi e altrettanti sono trapiantati.
10 valdostani sono in attesa per il trapianto di rene.
Sono 83 i pazienti valdostani in dialisi. 14 sono in trattamento domiciliare (dialisi peritoneale) I pazienti trapiantati sono 83 di cui 18 in modalità da vivente.
I pazienti in lista d’attesa per un trapianto di rene sono 10, di cui una coppia in valutazione da donatore vivente.
Proprio la donazione di un rene da vivente è al centro di una campagna di sensibilizzazione condotta dalla Struttura Complessa Nefrologia.
Oggi, giovedì 18 maggio e giovedì prossimo, 25 maggio, all’ospedale Parini si terrà un corso sul tema, destinato a medici, psicologi e infermieri organizzato dall’azienda Usl.
Saranno proiettati brevi video divulgativi che saranno poi pubblicati sul sito aziendale, www.ausl.vda.it.
Nel video, i nefrologi del Parini introducono gli aspetti del trapianto da vivente e un giovane paziente valdostano racconta la propria esperienza a lieto fine di nefropatico.
Le possibilità di trapianto
Esistono due modalità di trapianto, quello da donatore deceduto e quello da donatore vivente» spiega il dottor Massimo Manes, direttore della SC Nefrologia.
La donazione da essere vivente è in assoluto la miglior terapia in termini di risultati a distanza, sia per il paziente che per l’organo rapiantato.
Può essere eseguita tra parenti consanguinei che condividono il patrimonio genetico ma anche tra individui non consanguinei con risultati ugualmente ottimi.
Secondo il dottor Manes, la malattia renale cronica è in incremento a livello mondiale e in alcuni casi può progredire e portare alla perdita irreversibile dell’organo.
«Le terapie salvavita sono rappresentate dalla dialisi e dal trapianto del rene. Per questi pazienti, le attuali evidenze scientifiche indicano nel trapianto la migliore terapia perchè consente il ritorno a una vita normale, svincolata dalla dialisi» precisa il dottor Manes.
I vantaggi della donazione di rene da vivente
La donazione di rene da vivente ha molteplici vantaggi.
«La possibilità di programmare il trapianto prima dell’avvìo della dialisi rappresenta per il paziente il principale vantaggio perchè riduce le temibili complicanze cardio-vascolari e infettive proprie della dialisi, consentendo il recupero di un’ottima qualità della vita e accorciano i tempi di attesa per il rene che in media sono in Italia di 3 anni» spiega la specialista in Nefrologia Valentina Pellù.
La possibilità di riuscita del trapiante è molto favorevole, per motivi clinici e biologici e consente risultati migliori rispetto al trapianto da donatore deceduto.
La sopravvivenza dell’organo trapiantato può infatti superare i 20 anni contro una durata media per il trapianto da cadavere di 10 anni.
Il donatore
Non danneggiare il donatore rappresenta il presupposto etico principale.
«Le tecniche operatorie mini invasive e laparoscopiche riducono in maniera significativa le complicanze operatori e post operatorie che, come per qualsiasi intervento non sono del tutto assenti – spiega il dottor Andrea Molino, specialista in Nefrologia.
Si possono verificare complicanze nello 0,03% dei casi, un caso ogni 10 mila prelievi.
Una degenza regolare consente la dimissione del paziente dopo 3-4 giorni.
La condizione di persona con un solo rene espone il donatore a rischi funzionali nel caso in cui un trauma accidentale possa interessare direttamente il rene, evento possibile ma non prevedibile.
Un altro rischio potenziale è lo sviluppo di un tumore sul rene singolo e questo è motivo per cui il paziente sarà sottoposto a un follow up regolare con ecografie annuali per evidenziare le più precoci alterazioni.
Nella foto in alto, il direttore della Struttura Complessa di Nefrologia Massimo Manes.
(re.aostanews.it)