Infermieri: la fuga in Svizzera preoccupa, dallo scorso anno oltre 20 dimissioni
Nella Giornata internazionale degli infermieri, la presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Aosta Paola Ascolese fa il punto sulla situazione nella nostra regione
Sono 894 gli infermieri iscritti all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Aosta.
«E l’Ordine più numeroso in Valle che accoglie anche gli infermieri pediatrici e che ha il compito di valorizzare la figura professionale, esaltarne le competenze a la sua autonomia» precisa la presidente dell’Opi Aosta Paola Ascolese.
Punto di riferimento
L’infermiere è un punto di riferimento per le persone che necessitano di cure e di assistenza, in un continuo aggiornamento dei sistemi di erogazione delle cure primarie perchè cura, riabilitazione e educazione sanitaria nascano già sul territorio.
L’Oms ha dichiarato finita la pandemia, ma l’emergenza tra i professionisti della sanità è tutt’altro che risolta.
All’ospedale Parini, oltre 50 posti letti sono chiusi perchè mancano infermieri e oss a occuparsi dei pazienti.
«L’esperienza Covid è stata devastatante»
«In tutto il Paese è un momento complesso – commenta Ascolese -.
C’è una carenza assoluta di infermieri ed è la mancanza che pesa maggiormente visto che essi sono la fetta più numerosa del sistema delle cure.
Anche in Valle il problema è pesante; lo risentiamo in particolar modo dallo scorso anno.
L’esperienza del Covid è stata devastante, con tanti professionisti in burn out e molti, talmente provati, hanno scelto altre strade professionali.
La fuga degli infermieri in Svizzera
La fuga in Svizzera è solo una questione economica?
«La questione economica conta ma non è la sola. Ci sono l’organizzazione del lavoro, i turni, le prospettive» analizza la presidente dell’Opi Aosta.
«La fuga in Svizzera per noi è un problema grande, dallo scorso anno sono una ventina i colleghi che si sono dimessi e si sono trasferiti a lavorare in Svizzera, con stipendi molto più alti e soprattutto con la possibilità di scegliere di lavorare al 30, 50 o 70%».
141 candidati per 65 posti all’azienda Usl
Qualche soluzione? Al concorso bandito dall’azienda Usl per la copertura di 65 posti si sono presentati 141 candidati, sembra un buon punto di partenza…
«Sì, certamente il concorso garantirà l’arrivo di nuovi colleghi, ma la carenza è molto pesante e come Ordine professionale ci impegniamo ad aumentare la nostra presenza nelle scuole, per fare conoscere la professione e le opportunità che essa offre.
Iscrizioni modeste al corso di laurea
Le iscrizioni al corso di laurea in infermieristica non sono state all’altezza delle aspettative.
Lo scorso anno abbiamo promosso degli incontri al liceo di Verrès e al Bérard di Aosta, ma non è sufficiente.
Stiamo riflettendo con il direttivo per l’organizzazione di un evento, sulla falsa riga di quello organizzato lo scorso anno ‘Eroi del Covid, no infermieri’, con testimonianze e storie da raccontare.
Come Ordine, abbiamo anche il dovere di fare politica professionale, partecipando ai tavoli di lavoro regionali che si occupano di sanità, cure e territorio» conclude la presidente dell’Opi Aosta.
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Aosta
Paola Ascolese è la presidente; vice presidente è Giada Bondon. La segreteria è affidata a Martina Barbieri mentre Maria Laura Iemma è il tesoriere. I consiglieri sono Paolo Lucchini, Fabrizio Mastroianni, Alessandro Sgro, Monia Janin e Daniele Martignene.
Il convegno: sanità, ospedale e territorio
Per celebrare la Giornata Internazionale dell’Infermiere, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Aosta ha organizzato unedì 8 maggio un convegno sul tema ‘setting di cura assistenziali a confronto’.
Nella sala del Consiglio del comune di Pontey si è tenuto il corso che ha inteso far conoscere la struttura territoriale valdostana nella sua natura multidisciplinare e di integrazione con l’ospedale.
Tra i tanti temi affrontati, si è parlato di ospedale e di territorio, cure domiciliari e residenziali e di cure palliative territoriali ma anche del paziente cronico in ambito ospedaliero e di come la libera professione possa integrarsi con i servizi di cura territoriali pubblici.
Nella foto in alto, un gruppo di infermieri valdostani.
(cinzia timpano)