Corruzione ai piedi del Cervino, “Do ut des”: in secondo grado chiesta la conferma delle condanne e la revoca delle assoluzioni
Nel processo in Corte d'appello a Torino, il sostituto procuratore generale ha chiesto 18 condanne
Conferma delle condanne e revoca delle assoluzioni. Questo quanto richiesto dall’accusa alla Corte d’appello di Torino, nell’ambito del processo di secondo grado dell’inchiesta “Do ut Des”, riguardante un presunto giro di corruzione in appalti pubblici, tra il 2014 e il 2018, con epicentro nel comune di Valtournenche.
Le richieste
In particolare, il sostituto procuratore generale, Marcello Tatangelo, ha chiesto la conferma della condanna a sette anni di carcere per Loreno Vuillermin, Renza Dondeynaz e per il figlio Ivan Vuillermin.
I tre, soci dell’impresa Edilvu di Challand-Saint-Victor, sono accusati di concorso in corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Il magistrato, inoltre, ha chiesto la conferma della condanna a sei anni di reclusione (in abbreviato) all’ex capo dell’ufficio tecnico di Valtournenche Fabio Chiavazza.
Le altre richieste
Nella lunga requisitoria, Marcello Tatangelo ha chiesto anche la conferma delle altre condanne emerse nel processo in abbreviato.
Il Gup di Aosta, all’epoca, aveva condannato a otto mesi con sospensione condizionale della pena, l’ingegnere aostano Corrado Trasino e Adriano Passalenti e a quattro mesi (pena sospesa) Rosario Andrea Benincasa di Caravacio e Stefano Rossi.
Inoltre, l’accusa del secondo grado ha chiesto anche di condannare tutti gli imputati che erano stati assolti «perché il fatto non sussiste» in primo grado.
Questi sono Federico Maquignaz, Cristina Maria Camaschella, Nicolò Bertini, Giuseppe Zinghinì, Ezio Alliod, Marco Zavattaro, Giovanni Enrico Vigna, Ivan Voyat, Luca Frutaz e Stefano Trussardi.
Parte civile
La palla è poi passata all’avvocato di parte civile del Comune di Valtournenche, Davide Richetta.
Le difese, invece, saranno chiamate in causa 19 e il 26 maggio, dopodiché si fisseranno le date per eventuali repliche, controrepliche e sentenza.
Ricordiamo che le accuse vanno a vario titolo dalla concussione alla corruzione, passando per abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso edilizio e reati tributari.
Il tutto partendo dal presunto ruolo di Fabio Chiavazza, che attraverso appalti truccati, per l’accusa, avrebbe favorito alcune ditte in cambio di mazzette.
(alessandro bianchet)