Processo Casinò: la sentenza slitta a luglio, ma l’assoluzione di Baccega è definitiva
Otto gli imputati, di cui sette assolti in primo grado e uno, l'ex amministratore unico Luca Frigerio, condannato a 4 anni di reclusione e 120 milioni di risarcimento.
La sentenza del processo di appello sui finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent – 140 milioni tra il 2012 e il 2015 – slitta a luglio. Ma l’assoluzione di Mauro Baccega (assolto in primo grado) diventa definitiva per sopraggiunta prescrizione.
In avvio di udienza il procuratore generale ha comunicato la rinuncia all’appello nei confronti di Mauro Baccega per sopraggiunta prescrizione. Baccega, infatti, aveva firmato la sola delibera del 2013, dopo quella da 50 milioni del 2012.
E’ durata circa un’ora e mezza questa mattina, 9 maggio, l’udienza caratterizzata da una discussione sull’ammissibilità di alcune perizie e documentazione varia.
Il presidente della Corte d’Appello di Torino dopo una quindicina di minuti di camera di Consiglio ha fissato la seconda udienza del processo che vede imputati 8 tra amministratori e politici per l’11 luglio.
Gli imputati
Alla sbarra l’unico condannato in primo grado (quattro anni di reclusione e 120 milioni di risarcimento alla Regione), ex amministratore unico Luca Frigerio (difeso dall’avv. Marchetti) e gli altri sette, i politici Augusto Rollandin (avv. Piazzese), Ego Perron (avv. Margueret) e Mauro Baccega (avv. Saracco), ex amministratore unico Lorenzo Sommo (avv. Tosi, Gilliavod) e gli ex sindaci della Casa da gioco Fabrizio Brunello (avv. Maione) , Jean Paul Zanini e Laura Filetti (avv. Giunti). Frigerio, imputato per falso in bilancio e truffa ai danni della Regione, era stato l’unico ad aver scelto il rito ordinario; gli altri l’abbreviato.
Tra gli imputati i soli assenti oggi a Torino erano Laura Filetti e Augusto Rollandin.
Baccega: Giustizia da rivedere
“La Giustizia è da rivedere – commenta uno stanco Mauro Baccega -, e in questo mi associo al vice ministro Sisto: 9 anni prima di veder concludere un procedimento sono davvero troppi. Tutto mi sembra così strano: prima la Corte dei conti che ci condanna, poi la Corte costituzionale che ci dà ragione, in mezzo tanta attesa con la spada di Damocle sulla testa. Quei finanziamenti sono stati deliberati per il bene di una partecipata regionale che era in difficoltà e che oggi è ancora in piedi ed è tornata a produrre utili. Sembra tutto assurdo”.
(L.M.)