La preistoria in 3D, a Vollein un viaggio di 6500 anni nel passato GUARDA IL VIDEO
La Soprintendenza della Valle d’Aosta rende possibile la visita della Necropoli attraverso le tecnologie digitali
Un tuffo nel passato preistorico della Valle d’Aosta in 3D. Grazie al progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico del sito di Vollein, nel comune di Quart, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta rende possibile entrare in una macchina del tempo che porta i visitatori indietro di 6500 anni.
Realtà aumentata e 3D
L’installazione di una specifica pannellista in loco permette l’accesso ad un percorso multimediale fatto di testi, video, immagini e modelli 3D per immergersi, in realtà aumentata, tra i reperti archeologici della necropoli di Vollein (qui il link al progetto digitale). Uomini primitivi, ancora cacciatori, si aggiravano tra le valli della regione molto probabilmente già 10.000 anni fa. Erano in perfetta comunione con una natura che «conoscevano benissimo», racconta l’archeologo della Soprintendenza Luca Raiteri, durante il tour educativo di venerdì 17 marzo pensato per istruire giornalisti, blogger e tour operator sul sito di Vollein e la sua promozione.
Il circuito della preistoria valdostano
L’area archeologica, con la sua Necropoli neolitica, si posiziona tra i siti più antichi scoperti in valle, uno dei sette del circuito preistorico della Valle d’Aosta. Più tardo dell’area mesolitica di Mont Fallère e del riparo di Barma Cotze dove i gruppi di cacciatori-raccoglitori solevano ripararsi nel settimo millennio a.C., l’area funeraria di Vollein testimonia la presenza di un uomo più stanziale dedito all’agricoltura. Una parte dei reperti rinvenuti nel sito si trovano all’interno del laboratorio di restauro e gestione materiali archeologici della Soprintendenza a Quart, una vera e propria clinica archeologica. Lì gli esperti della regione studiano, curano ed eventualmente ricostruiscono gli oggetti appartenuti a quel nostro lontanissimo antenato del Neolitico. «L’uomo di Vollein di 6500 anni fa – spiega l’archeologa Gwenaël Bertocco, mostrando gli oggetti rinvenuti dal sito – utilizzava asce in pietra per disboscare. Ma ci sono tracce di insediamenti successivi, di cui ancora sappiamo molto poco».
Il mestiere dell’archeologo
E’ una lavoro, quello dell’archeologo, che deve fare i conti con la spietata scure del tempo, quello lineare e quello atmosferico che decompongono e alterano i reperti umani dalle storie millenarie. Per evitare che questo accada, a volte si decide di non tenere in vista i siti archeologici, almeno fin quando non si è pronti a farlo. La necropoli di Vollein, è uno di quei siti che aspetta tempi migliori per essere esposto e visitato dagli sguardi curiosi dei visitatori. Dopo la scoperta avvenuta nel 1968 per intuizione dell’allora presidente della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, Damien Daudry, nel sito si sono seguiti altre campagne di scavo che tra gli anni ’80 e ’90. Queste hanno portato alla luce le 50 tombe della necropoli. Successivamente il sito è stato ricoperto per evitare che si danneggiasse.