Boom di truffe tentate agli anziani, i Carabinieri: «Non aprite la porta»
Tantissimi i casi nell'ultimo mese. L'Arma vara così una campagna informativa, con adesivi e un vademecum per aiutare le persone a riconoscere il pericolo
Boom di truffe tentate agli anziani, i Carabinieri lanciano un’altra campagna informativa e invitano a «non aprire la porta».
Una trentina di truffe tentate e non andate fortunatamente in porto, denunciate solamente ai Carabinieri, cui se ne aggiungono almeno un’altra decina rilevate solo negli ultimi giorni dalla Polizia.
Queste la cifre di un fenomeno che sta impazzando da più di un mese a questa parte e rivelate dal Comandante del Gruppo Aosta Giovanni Cuccurullo nell’ambito della presentazione della nuova campagna di sensibilizzazione, creata grazie alla legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, con la collaborazione degli assessorati regionali alla Cultura e alle Politiche sociali.
La campagna “Chi abita qui riconosce i truffatori”
La nuova versione della campagna di prevenzione per evitare le truffe agli anziani si concretizza in adesivi da attaccare fuori dalla porta con scritto “Chi abita qui riconosce i truffatori” e in vademecum redatti in italiano, francese, patois e titsch (dove preziosa è stata la collaborazione del sindaco di Issime, Enrico Montanari).
Boom di tentativi di truffa
La mobilitazione si è resa necessaria anche alla luce della recrudescenza del fenomeno da inizio anno, a quanto pare legata a un gruppo di truffatori che si sono spostati dal Piemonte.
«Nell’ultimo mese registriamo tante denunce di tentate truffe a carico di nonni e anziani – ricostruisce il Comandante Giovanni Cuccurullo -. E tutte con modalità simili, nelle quali i truffatori chiamano nelle case denunciando presunti incidenti di figli o nipoti, da cui deriva la necessità di dare soldi per non farli finire in carcere».
Negli ultimi giorni, le richieste di denaro sono lievitate, passando da 12-13 mila euro a circa 25 mila.
«Evidentemente perché non stanno andando a buon fine – continua Cuccurullo -. È sicuramente una batteria di fuori, proveniente dal Piemonte. La cosa, purtroppo, nel torinese è molto diffusa, si parla anche di cinquanta casi al giorno. Qui, forse, anche grazie al passaparola riusciamo ad arginarlo».
Le modalità
A spiegare le modalità dei tentativi di truffa è il Comandante del Reparto operativo, Tommaso Gioffreda.
«Gli ultimi tentativi sono tutti identici – racconta Gioffreda -. L’anziano riceve una telefonata e i truffatori si posizionano nei pressi della casa indicata sull’elenco del telefono. Con voce agitata, queste persone denunciano un presunto incidente avuto da un parente e, spacciandosi per Carabinieri, minacciano che senza dare soldi il parente verrà arrestato. Normalmente, c’è una persona dietro la porta, pronta a suonare e a farsi aprire per prendere i soldi».
Fondamentale è la conoscenza del fenomeno.
«Molti anziani, grazie a questo, chiudono la telefonata e chiamano i parenti – continua Gioffreda -. Il leit motiv, però, rimane sempre lo stesso: non aprite la porta, perché una volta aperta, l’anziano si trova inerme».
Il boom delle ultime settimane è innegabile.
Oltre alle dodici segnalate nelle ultime 48 ore dalla Polizia, i Carabinieri ne hanno contate almeno una trentina da inizio anno.
«Una trentina tentate e zero consumate – ci tiene a sottolineare Tommaso Gioffreda -. In altri tempi sarebbe andata diversamente. La collaborazione continua con la Questura e l’informazione sta dando frutti».
I numeri vengono reperiti sull’elenco telefonico.
«Ormai ci sono quasi solo anziani lì – conclude Gioffreda – e l’abitudine a tenere contanti in casa non aiuta in questo».
Adesivi e vademecum
Ed ecco quindi rinnovarsi l’esigenza di una campagna informativa, che seguirà le stesse modalità adottate durante tutto l’anno, quando elementi del Comando dell’Arma si recano alle messe o nei luoghi ricreativi per sensibilizzare le persone anziane.
«Servizi sociali e cultura la fanno da padrone in questo ambito – ammette il Comandante Giovanni Cuccurullo -. Sono presi di mira gli anziani, patrimonio storico della nostra regione. Queste persone, spesso, conoscono meglio il dialetto (patois o titsch) dell’italiano e per questo abbiamo pensato di utilizzare tutti questi idiomi».
Idiomi che compaiono su un fitto vademecum da attaccare in qualche posto ben visibile.
«La distribuzione sta già dando buoni frutti – ricorda Cuccurullo -. Tante persone hanno denunciato tentate truffe perché sono informate. Ma non ci fermiamo qui, perché le truffe corrono veloci e nessuno è esente da questo fenomeno. Purtroppo ci si approfitta dell’ingenuità e del candore degli anziani, peraltro correndo il rischio di far venir loro un infarto viste le modalità».
La Regione
La campagna è stata appoggiata con vigore dall’amministrazione regionale.
«Chi ha questo ruolo spesso è chiamato a ripetersi, perché la possibilità che esseri umani intervengano in maniera malevola su altri è sempre elevato – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Carlo Marzi -. Accolgo con favore la sensbilità e l’attenzione dell’Arma a questo tipo di evenienze, vista anche una popolazione che invecchia. Inoltre, sono convinto che in una Regione come la nostra le persone vadano messe nella condizione, a qualunque altitudine vivano, di sentirsi come in città: i Carabinieri sono sempre attenti al territorio».
«Ringraziamo l’Arma, con cui abbiamo un grande rapporto – commenta la Soprintendente ai Beni culturali, Cristina De La Pierre -. La cultura è un’educazione permanente e questa iniziativa si colloca nel genere di educazione culturale che aumenta il senso civico collettivo».
Il vademecum
Ecco, di seguito, i consigli per le persone anziane, tradotti in italiano, francese, patois e titsch.
- Non aprire la porta a sconosciuti anche se dicono di lavorare per servizi di pubblica utilità
- Non mandate i bambini ad aprire- Controllate dallo spioncino o guardate dalla finestra prima di aprire.
- Gli appartenenti alle forze dell’ordine, se vengono nella vostra casa, indossano l’uniforme e hanno una macchina di servizio con le scritte Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Corpo forestale della Valle d’Aosta e Polizia locale
- Se avete dubbi, verificate telefonando alla Stazione dei Carabinieri o al 112 e tenete a disposizione, accanto al telefono, un’agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Cva, Enel, Eni, Tim ecc.)
- Non date soldi agli sconosciuti che dicono di essere funzionari di enti pubblici o privati di vario tipo, nessun ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette o rimborsi.
- Mostrate cautela nell’acquisto della merce venduta porta a porta.
(alessandro bianchet)