55enne colto da infarto al Rifiugio Magià: salvato grazie al defibrillatore
L'uomo, originario di Seregno, si è sentito male dopo un'escursione con le ciaspole
La presenza del defibrillatore – acquistato due anni fa dai titolari del Rifugio Magià – e gli immediati soccorsi hanno salvato la vita a un 55enne di Seregno, che domenica è stato colto da infarto mentre si trovava al Rifugio Magià.
L’uomo, dopo essere stato rianimato, è stato trasportato dall’elisoccorso all’ospedale Parini di Aosta, dove è stato operato. Le sue condizioni stanno migliorando.
55enne colto da infarto al Rifugio Magià
Il 55enne si trovava in Valle d’Aosta con un’altra cinquantina di persone del Gruppo Camosci – Seregno. Si tratta, si legge sulla pagina Facebook, di «un gruppo di amici appassionati della montagna che apprezza luoghi spettacolari».
I “Camosci” avevano raggiunto il rifugio con le ciaspole. Si trovavano nel dehors del locale e avevano da poco finito di pranzare, intorno alle 13. A un certo punto, il 55enne si è sentito male. Immediati i soccorsi. Nel gruppo era presente una studentessa di medicina, mentre al Rifugio Magià, tra gli altri clienti, si trovava anche un medico.
L’uomo è stato soccorso e rianimato grazie all’utilizzo del DAE. Trasportato in seguito all’ospedale Parini di Aosta, è stato operato e attualmente si trova ancora nel nosocomio regionale.
Pino Tagliabue: «Non avevamo avuto avvisaglie»
«Eravamo in 52, siamo arrivati in Valle d’Aosta al mattino e volevamo raggiungere il rifugio con le ciaspole – racconta Pino Tagliabue, presidente dell’associazione -. Non c’erano state avvisaglie, il malore è stato improvviso. Fino a un attimo prima stava ridendo e scherzando insieme agli altri. Subito dopo l’intervento ci ha mandato un messaggio per rassicurarci. L’ho sentito in questi giorni e mi ha detto che ne avrà ancora per qualche giorno. Vogliamo ringraziare il medico che lo ha soccorso».
Il titolare del Rifiugio Magià, Dario Mortara, racconta: «Abbiamo comprato il defibrillatore due anni fa ed è la prima volta che lo abbiamo dovuto utilizzare. Sarebbe importante che in zone di montagna particolari venisse fornito, non so quanti rifugi lo abbiano. È uno strumento che si è rivelato fondamentale per salvare la vita dell’uomo».
(t.p.)