Corruzione in VdA: Accornero e Cuomo condannati per traffico di influenze illecite
La sentenza arriva al termine dell'appello bis: la procura generale aveva chiesto l'assoluzione degli imputati
Gabriele Accornero e Gerardo Cuomo sono stati condannati dalla Corte d’appello di Torino per concorso in traffico di influenze illecite. La pena, rispettivamente, è di otto mesi e cinque mesi e dieci giorni. A entrambi i giudici hanno concesso la sospensione condizionale e la non menzione della condanna. La sentenza arriva al termine dell’appello bis su presunti episodi corruttivi riguardanti le partecipate regionali.
Le motivazioni sono attese entro il 30 aprile.
Accornero e Cuomo condannati per traffico di influenze illecite
Nell’udienza dello scorso 16 febbraio la procura generale aveva chiesto l’assoluzione degli imputati. La Corte d’appello ha riqualificato il reato, condannando l’ex manager di Finaosta ed ex consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero e l’imprenditore Gerardo Cuomo rispettivamente a 8 mesi e 5 mesi e 10 giorni di reclusione.
Per entrambi, come detto, c’è la sospensione condizionale e la non menzione della condanna.
L’avvocato Bellora: «Sentenza che lascia senza parole»
«Si tratta di una sentenza che lascia senza parole – commenta l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Accornero -. Il procuratore generale aveva chiesto l’assoluzione, mentre la Corte d’appello ha riqualificato la corruzione in un altro reato che non ci è mai stato contestato. Abbiamo passato sei anni a difenderci dall’accusa di corruzione e ora scopriamo che era traffico di influenze. La sentenza mi ha spiazzato. Sicuramente faremo un nuovo ricorso per Cassazione».
La vicenda
L’inchiesta è quella relativa a presunti episodi corruttivi nel contesto di alcune società partecipate.
Nella tesi dell’accusa, il trasferimento di Deval dall’Autoporto di Pollein era avvenuto grazie alle pressioni di Rollandin, il quale avrebbe agito per favorire l’impresa di Cuomo.
Sempre per la Procura, il politico sarebbe stato “ripagato” con un cambio gomme gratuite per la sua auto e con la possibilità di organizzare un comizio in ottica elezioni all’interno dell’azienda del grossista alimentare.
In questo contesto, Accornero sarebbe stato il trait d’union tra gli altri due imputati.
In primo grado, i tre erano stati assolti dall’accusa di associazione a delinquere. Erano però stati condannati per altri capi d’imputazione: 4 anni e 6 mesi per Accornero e Rollandin e 3 anni e 8 mesi per Cuomo.
La Corte d’appello di Torino, però, aveva riscritto il verdetto, riqualificando il reato contestato a Rollandin in corruzione impropria e dichiarando l’accusa prescritta.
Per corruzione per l’esercizio della funzione, però, erano stati condannati a un anno l’ex consigliere delegato del Forte e l’imprenditore.
La Cassazione
La Corte di cassazione, annullando con rinvio, aveva scritto che «in caso di assenza della spendita di competenze proprie» da parte di Accornero «andrà verificato se i fatti possano essere piuttosto ricondotti nella diversa ipotesi del traffico di influenze illecite».
La Suprema Corte aveva anche evidenziato come «la rilevata manifesta sproporzione tra la prestazione del privato», tradotta nel pagamento da parte di Cuomo dei lavori edili in casa di Accornero, «e quella del pubblico ufficiale» (Accornero stesso), «che ha consentito al Cuomo prima di conseguire un locale, che era legittimamente occupato da un’altra società, e poi di ottenere un ingente risparmio per effetto del nuovo contratto stipulato nel 2018 di ben 183.585,35 euro – alla luce dello sconto sui canoni ottenuto ed in rapporto alla durata fissata in 13 anni – impone delle valutazioni che sono del tutto mancate nella sentenza impugnata».
(t.p.)