Immigrati annegati, Valle d’Aosta Aperta punta il dito contro l’onorevole Franco Manes astenuto sul Decreto Piantedosi
Il Decreto ordina alle ONG di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione
“I morti annegati davanti alle coste calabresi sono responsabilità di chi chiude le frontiere e non apre canali legali e sicuri d’ingresso in Europa. Di chi non si è opposto al Decreto Piantedosi sulle Ong”. Lo scrivono le forze politiche che compongono Valle d’Aosta aperta e che puntano il dito contro il deputato valdostano e altri due colleghi i quali si sono astenuti nella votazione sul Decreto Piantedosi.
L’affondo
“Il deputato Franco Manes a Roma è in vacanza, per conto dell’Union – si legge -. Il suo compito è non votare nulla che possa mettere in imbarazzo il governo nazionalista di Meloni. L’esatto contrario di quanto promesso in campagna elettorale, in cui il PD invitava i valdostani a fare diga contro la destra. Chi, votando Manes, pensava di contribuire all’opposizione, si ritrova invece condannato all’indifferenza degli astenuti”.
“Quando è arrivato il momento di votare la fiducia sulla conversione in legge del famigerato Decreto Piantedosi, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, tutte le opposizioni hanno votato contro – sottolineano le forze politiche -. Solo tre deputati si sono astenuti: tra questi il poco onorevole Manes”.
Il decreto
Questa la posizione di Valle d’Aosta Aperta su decreto: “Il decreto ordina alle ONG di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione (pur in presenza di altre persone in difficoltà in mare), oltre ad aggravare gli adempimenti dellaf lotta civile impegnata nei salvataggi nel Mediterraneo centrale.Queste misure sono state criticate da tutta la società civile italiana, compresi i vescovi, edall’Alto Commissario delle Nazioni Unite che accusa: «Punirebbe sia i migranti che chi cerca di aiutarli».
Questo decreto, accompagnato dalla prassi governativa di assegnare come porti di sbarco luoghi lontani, contrasta con quanto sancito dall’UNCLOS (Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare) e di fatto causa la morte per annegamento di migliaia di persone, dato che, senza le navi delle ONG, alcune zone di mare restano prive di monitoraggio o vengono lasciate alle motovedette libiche, che riconsegnano i profughi ai campi di internamento e tortura. Perché è evidente che la presenza delle ONG non sia un pull factor, ovvero un fattore di incentivo delle partenze, come urlato dalle destre: l’umanità si sposta, parte,sfidando la morte, perché è l’unica scelta che le rimane per conquistarsi una vita più dignitosa”.
(re.aostanews.it)