Milano-Cortina: il sogno olimpico di Josè dal Messico allo skialp
Josè Rigante, nato a Puerto Escondido ma residente ad Arvier, è tesserato per la Federazione di sport invernali messicana e parteciperà alle Olimpiadi di Milano-Cortina
Milano-Cortina: il sogno olimpico di Josè dal Messico allo skialp.
Dalle tavole da surf agli sci da alpinismo con nel mirino la fiaccola olimpica.
Josè Rigante, classe 1999, nato a Puerto Escondido ma residente ad Arvier, è ufficialmente un tesserato della Federazione di sport invernali messicana e difenderà i colori mariachi alle prossime Olimpiadi di Milano Cortina 2026.
La storia di Josè ricorda quello della celeberrima squadra di bob giamaicana, che dietro alla presenza colorita sulla pista di Calgary 1988 nascondeva un progetto serio e a lungo termine, proprio come quello di Josè, nato come uno scherzo, ma che piano piano sta prendendo corpo, muscoli e fatica.
Dalla spiaggia di Puerto Escondido alla neve della Valle d’Aosta
La neve non è una novità per Josè, arrivato in Valle d’Aosta con la famiglia a soli 4 anni, prima a Morgex e poi ad Arvier dove i genitori gestiscono l’Osteria del Viandante, ha imparato a sciare a 8/9 anni e ha praticato lo sci alpino a livello agonistico per qualche anno, ma alle Olimpiadi non pensava certo come a un traguardo.
«Tutto è nato due anni fa, stavamo guardando in famiglia i Mondiali di Cortina e con un pettorale altissimo stava scendendo un atleta messicano di 62 anni – racconta Rigante -. Mio cognato mi ha detto “potresti andare tu”, scherzando, ma poi l’idea è rimasta e ho iniziato a informarmi».
Del resto, quale atleta, anche a livello amatoriale, non sogna un’esperienza olimpica, fa notare il giovane arvelèn.
Dallo sci alpino allo skialp
«Ho contattato la Federazione messicana proponendomi per lo sci alpino – spiega -, ma hanno rifiutato perché avevano già gli atleti. Qualche mese più tardi lo scialpinismo è diventato disciplina olimpica e vista anche la tradizione di Arvier, dello sci club Corrado Gex e degli atleti fortissimi che abbiamo qui, ho ricontattato la Federazione proponendomi per lo skialp e mi hanno accettato».
Ora Josè Rigante è a tutti gli effetti un atleta della storica Femeski Federacion Mexicana de ski, fondata nel 1981 dal principe Hubertus Von Hohenlohe Lagenburg che con i colori del Messico ha gareggiato ancora ai Mondiali di Cortina, a 62 anni. Proprio la discesa che ha ispirato Josè.
«Adesso inizia un percorso, vediamo se riesco a qualificarmi perché la Federazione può portare un massimo di cinque atleti, ci sono già due ragazzi del Colorado» spiega ancora Rigante che nel frattempo ha iniziato ad allenarsi seriamente con un fuoriclasse, Marco Camandon, patròn del Tour du Rutor.
«Marco è uno dei migliori, mi alleno un po’ con lui, un po’ con lo sci club e più avanti farò degli allenamenti individuali più mirati. Non ho mai fatto scialpinismo prima di questo inverno, lo sport è bello, mi piace molto, devo imparare a sopportare e gestire la fatica, io punto ad arrivare alla fine».
Un fuoriclasse come allenatore
«Sì, adesso Josè è tesserato, ma da lì ad arrivare alle Olimpiadi, il passaggio è ancora lungo. Ci proveremo!». Dietro al sogno olimpico di Josè Rigante c’è Marco Camandona, guida alpina, atleta, patròn del Tour du Rutor e compaesano del giovane messicano.
«Al momento è ancora alle prime armi, ma avendo già fatto gare di sci alpino da piccolo, partiamo da un buon punto» dice l’allenatore.
Le gare scelte per il debutto olimpico dello scialpinismo sono una sprint individuale e una staffetta mista. «È tutta da giocarsela, bisogna essere rapidi sui cambi di assetto, Josè deve imparare come velocizzare i movimenti nel miglior modo, con la pratica può fare bene».
La preparazione non è però così banale, «gare corte non ce ne sono tantissime, gli allenamenti sono faticosi anche per l’intensità per pochi minuti».
«Può farcela – conclude Camandona – dev’essere determinato, l’opportunità ce l’ha».
Dopo le prime salite per prendere un po’ di confidenza, Josè Rigante ha debuttato nell’agonismo nella gara di skialp in notturna a Torgnon: «non è andata benissimo, ma averla finita è già bello!»
Cosa dicono i parenti rimasti a Puerto Escondido?
«Sono stato a trovarli a dicembre e gli ho raccontato di questo progetto – conclude -, sono contenti, anche non sanno cosa sono gli sci!».
(erika david)