Università, «troppo costoso studiare, stop ai tirocini a 300 euro, credete nei giovani»
L'ispirato intervento della rappresentante degli studenti Sabrina Olibano oggi al teatro Splendor, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023
Università, «troppo costoso studiare, stop ai tirocini a 300 euro, credete nei giovani».
Particolarmente ispirato l’intervento della rappresentante degli studenti Sabrina Olibano oggi, al teatro Splendor, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023.
Una studentessa di 27 anni che si è iscritta all’Università solo quando ha potuto permetterselo, perchè, come ha constatato amaramente ha dovuto dedicarsi al lavoro e mettere da parte gli studi.
Troppo onerosa l’istruzione universitaria.
Troppo costoso studiare: tagli ingiustificati
Sabrina ha fotografato una situazione nella quale Governi e amministrazioni hanno tagliato le risorse destinate all’istruzione, salvo poi parlare di abbandono scolastico imputando la colpa alla scarsa voglia di studiare dei ragazzi.
Non solo la scuola, perchè anche il percorso lavorativo segue la stessa strada secondo la studentessa di Scienze Politiche: lavoro stagionale sottopagato e tirocini da 300 euro al mese.
Sabrina si trova nella condizione di studentessa lavoratrice, dove coesistono pressioni e preoccupazione.
Per questo chiede che l’ateneo ripristini il servizio di counseling psicologico, perchè l’università sia sì un luogo di formazione e apprendimenti, ma sia anche un luogo dove stare bene e sentirsi a proprio agio.
In un quadro a tinte non proprio rosee c’è spazio per la speranza.
Perchè Sabrina ha trovato un ambiente stimolante, ispirata dai colleghi studenti, tanto da definire la sua esperienza in ateneo una delle migliori della sua vita.
Agli studenti Sabrina chiede il coraggio di essere se stessi, di essere parte del cambiamento, sfidando il pregiudizio di chi vede nei giovani mancanza di serietà e di lungimiranza.
La rappresentante degli studenti ha esortato i suoi compagnia non restare in silenzio, a non aspettare che la società cambi, ma di offrire il proprio contributo perchè la società diventi migliore, inclusiva e tollerante.
Università: l’intervento integrale di Sabrina Olibano
Di seguito, l’intervento integrale di Sabrina Olibano.
«Oggi vorrei parlarvi di alcuni temi che mi stanno molto a cuore e per introdurre il primo vi racconto qualcosa che mi riguarda.
Io mi chiamo Sabrina Olibano, frequento il secondo anno di Scienze Politiche e mi sono iscritta all’Università della Valle d’Aosta l’anno scorso, poco prima di compiere 27 anni, circa 9 anni dopo aver terminato le scuole superiori.
Ho fatto questa scelta perché all’epoca non potevo permettermi di affrontare il costo oneroso delle spese universitarie e per questo motivo ho rimandato questo percorso, dedicandomi al lavoro.
Quando ci si interroga sulle cause del mancato proseguimento scolastico non ci si sofferma abbastanza su un punto fondamentale: l’elevata spesa dell’istruzione universitaria.
Un costo calmierato a volte dalle borse di studio, ma in pochi posseggono i requisiti per poterne usufruire.
Per questo motivo molti studenti sono costretti a rinunciare ad una carriera universitaria e ai conseguenti sbocchi professionali che la laurea può offrire.
Il motivo è sempre lo stesso: la mancanza di fondi.
Perché negli ultimi decenni i governi e le amministrazioni hanno tagliato drasticamente le risorse economiche destinate all’istruzione mentre, parallelamente, i media menzionavano l’abbandono scolastico associandolo ad una mancanza di attitudine allo studio.
Fortunatamente esistono degli enti privati che danno l’opportunità agli studenti di vincere borse di studio esterne alle università, offrendo loro un importante aiuto economico che dovrebbe però essere garantito in primis dallo Stato.
Il problema è che viviamo in una società fortemente contraddittoria, che non solo non è in grado di offrire un’istruzione accessibile a tutti, ma non ci dà nemmeno la possibilità di iniziare un percorso lavorativo all’altezza delle nostre aspettative.
È una società che da una parte afferma che i giovani non hanno voglia di lavorare, ma che dall’altra non è in grado di creare posti di lavoro che non implichino un tirocinio a 300 euro al mese o il lavoro stagionale sottopagato, giustificandolo con frasi come “ai miei tempi lavoravamo per molto meno”; come se nel 2023 ci dovessimo ancora accontentare dello sfruttamento lavorativo senza avere il diritto di pretendere condizioni economiche migliori, rimanendo ancorati al passato.
Ed è proprio per ragioni economiche che ci sono sempre più studenti che decidono di intraprendere il percorso universitario in parallelo col lavoro, un percorso sicuramente più difficoltoso e carico di ostacoli.
Da studentessa lavoratrice mi ritrovo io stessa a dover affrontare una situazione simile, dividendomi tra la vita lavorativa e quella universitaria.
Le pressioni sono senza dubbio molte e spesso lo studente si ritrova ad affrontarle da solo.
Mi auguro quindi che sia reintrodotto il servizio di counseling psicologico proposto dall’università nello scorso anno accademico, un servizio molto apprezzato dagli studenti che ha aiutato molti di noi ad affrontare non solo gli ostacoli che possono presentarsi nella vita universitaria, ma anche i problemi personali e famigliari che possono influire negativamente sul nostro percorso.
Credo che il counseling psicologico sia una risorsa importante e che non possa mancare all’interno di un ateneo.
Ciò che desidero maggiormente per i miei colleghi e per le mie colleghe è che trovino all’interno dell’università non solo un luogo di cultura e di istruzione, ma anche un luogo in cui possano sentirsi soddisfatti e a proprio agio.
Auspico che questo servizio possa essere per noi una guida, un consigliere di fiducia che ci aiuti e ci sappia indirizzare nelle difficoltà che possono presentarsi, per essere tutelati e supportati anche nelle situazioni più complesse.
Ritengo la mia esperienza in questo Ateneo una delle più belle della mia vita, in cui ho conosciuto docenti che hanno saputo ispirarmi e colleghi e colleghe che mi hanno aiutata a crescere in questo percorso insieme.
Noi giovani veniamo spesso etichettati come svogliati, privi di maturità e di lungimiranza, sottovalutando le nostre qualità.
In quest’ultimo anno ho potuto osservare nei miei compagni più giovani delle qualità evidenti che molto spesso vengono oscurate dalla società e dai media; ho visto dei ragazzi e delle ragazze propositive, di valore, aperti verso ogni tipo di diversità.
Ho visto persone lungimiranti, di gran talento e con tanta voglia di cambiare le cose, verso una società più unita, più aperta e più tollerante.
Vi chiedo dunque di puntare su di noi, di mettere da parte i pregiudizi sulla nostra generazione e di darci l’opportunità di metterci in luce; perché è proprio da noi che può partire il cambiamento.
Insieme possiamo costruire qualcosa di migliore, ma per riuscirci dobbiamo essere uniti; perciò dateci l’opportunità di imparare, aiutateci a fondare la prossima classe dirigente, quella che verrà dopo di voi e di cui potrete essere fieri.
Infine, dedico a noi studenti le mie ultime parole: Impegniamoci a preservare la nostra individualità perché è ciò che ci rende speciali, che ci rende unici.
Esprimiamo sempre il nostro parere e la nostra opinione, anche se sono discordanti da quelle della massa.
Manifestiamo per i nostri diritti, manifestiamo il nostro dissenso; è questa la democrazia e solo in questo modo possiamo proteggerla.
Non lasciamo che qualcun altro parli al nostro posto, ciò che abbiamo da dire conta, non rimaniamo in silenzio.
Non dobbiamo aspettare il cambiamento della società, possiamo e dobbiamo crearla noi stessi la società migliore che tanto desideriamo, quella più aperta, più tollerante e più unita.
Ognuno di noi è una piccola goccia, ma insieme siamo un mare impetuoso.
Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”. Buon anno accademico a tutti!»
Nella foto in alto, al leggìo, la rappresentante degli studenti Sabrina Olibano; in foto anche la direttrice generale dell’ateneo Lucia Ravagli Ceroni, la Magnifica Rettrice Mariagrazia Monaci e l’assessore all’Istruzione Luciano Caveri.
(cinzia timpano)