Tutela delle minoranze linguistiche, Manes: «urgente accelerare iter legislativo»
Il deputato valdostano, con il collega Dieter Steger, spinge per la ratifica e l’esecuzione della Carta europea delle lingue regionali.
Tutela delle minoranze linguistiche, Manes: «urgente accelerare iter legislativo». Il deputato valdostano Franco Manes, con il collega Dieter Steger, spinge per la ratifica e l’esecuzione della Carta europea delle lingue regionali.
Il Consiglio d’Europa richiama l’Italia sulla tutela delle minoranze linguistiche “numericamente inferiori”. È quanto emerge dal parere pubblicato, lunedì 13 febbraio, dal Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa.
L’Italia riconosce 12 minoranze linguistiche storiche ma «i diritti di queste comunità sono protetti e attuati in modo molto asimmetrico sul territorio nazionale, e non tutte le minoranze godono in egual misura dei diritti riconosciutigli». E’ quanto evidenzia il quinto rapporto del comitato consultivo sulla convenzione per la protezione delle minoranze nazionali, organo del Consiglio d’Europa, che prende in considerazione la situazione fino al settembre del 2022.
Colmare il gap
Un gap che i deputai Steger (Svp) e Manes (Union Valdôtaine) hanno fattivamente evidenziato tramite la proposta di legge, depositata il 12 ottobre 2022, in cui si propone la Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, firmata a Strasburgo nel 1992. La proposta si auspica un rapido svolgimento dell’istruttoria legislativa, più volte avviata nel corso delle precedenti legislature, e la definitiva conclusione dell’iter parlamentare di un’iniziativa legislativa ormai non più procrastinabile.
Steger e Manes evidenziano come «lo scopo della carta europea delle lingue regionali o minoritarie, redatta in seno al consiglio d’Europa e aperta alla firma il 5 novembre 1992 a Strasburgo, è di tutelare le lingue storiche regionali o minoritarie d’Europa che rischiano purtroppo di scomparire.
L’Italia ha sottoscritto il trattato nel lontano 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica.
La Carta chiarisce quali debbano essere gli obiettivi principi ai quali gli Stati firmatari sono tenuti ad adeguare la propria politica legislativa. Prima di tutto di riconoscere le lingue regionali come espressione di ricchezza culturale; agevolare incoraggiare l’uso, orale e scritto, delle lingue in questione, sia nella vita privata sia quella pubblica; prevederne forme e mezzi per l’insegnamento e lo studio di queste lingue, nonché promuovere studi e ricerche nelle università o presso istituti equivalenti.
(re.aostanews.it)