Rizomi, con la Sfom per scoprire i suoni delle radici
La Scuola di formazione e orientamento musicale propone cinque laboratori musicali dedicate a culture e mondi lontani, aperti ai giovani musicisti tra i 14 e i 29 anni
Rizomi, con la Sfom per scoprire i suoni delle radici.
Prende spunto dai rizomi, i tessuti lenticolari che si sviluppano nelle radici per diffondersi capillarmente, concetto che i filosofi hanno utilizzato per parlare di un’espansione orizzontale della cultura, la nuova iniziativa della Sfom.
Rizomi: i suoni delle radici è la nuova iniziativa della Scuola di formazione e orientamento musicale Maria Ida Viglino che intende far emergere la rete sotterranea di culture composite attraverso le pratiche della musica.
Il progetto
«Molti sono i rizomi, molti sono i suoni e tante sono le radici» spiega il direttore e coordinatore della Sfom, Enrico Montrosset.
Il progetto si inserisce nel bando 3-2022 dalla struttura delle Politiche educative dell’assessorato all’Istruzione e Politiche giovanili, «per favorire progetti e iniziative a carattere locale e/o regionale capaci di generare nuove possibilità e soluzioni a problemi e priorità che impattano sulle giovani generazioni».
Rizomi: i suoni delle radici, è un progetto di formazione musicale, di inclusione e partecipazione sociale, di scambio di competenze e di educazione all’integrazione culturale.
Rizomi intende diffondersi e disperdersi anche sul territorio regionale, scegliendo per le sue attività luoghi diversi e attività «per offrire ai giovani con alcune competenze musicali un’esperienza immersiva, a stretto contatto con musicisti di “madresuono” di altre culture» dice Montrosset.
I laboratori
Rizomi si concretizza con cinque laboratori di 16 ore articolati su due giorni, il sabato e la domenica, tenuti da musicisti e artisti internazionali.
Sono rivolti a musicisti con buone competenze musicali tra i 14 e i 29 anni che saranno divisi in base all’esperienza.
I posti disponibili vanno da un minimo di 8 a un massimo di 25 per i musicisti attivi, c’è poi la possibilità di partecipare come uditore.
I laboratori sono gratuiti.
Per iscriversi occorre compilare il modulo di iscrizione online sul sito della Sfom entro il giovedì precedente al laboratorio scelto.
Ogni laboratorio si tiene il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18, con un concerto di restituzione del lavoro svolto, domenica alle 18.
Il programma
Si comincia il 25 e 26 febbraio all’Auditorium di Morgex con il laboratorio sulla musica elettronica con Daniele Mana, uno dei più talentuosi compositori/produttori di musica elettronica e sound designer del panorama contemporaneo.
Il laboratorio si rivolge sia ai musicisti elettronici, agli smanettatori che hanno una discreta o buona dimestichezza con il mondo della composizione elettronica sia ai musicisti che suonano strumenti tradizionali e che desiderano integrare e sperimentare il suono del proprio strumento con la musica elettronica.
Il 4 e 5 marzo l’auditorium del Centro congressi di Saint-Vincent accoglierà Zhao Xiaoyu, giovane musicista professionista esperta del gu zheng, strumento musicale tradizionale cinese della famiglia delle cetre, per il laboratorio di musica della tradizione cinese.
Il 25 e 26 marzo ci si sposterà alla Cittadella dei Giovani di Aosta per la due giorni dedicata alla musica della tradizione peruviana e all’approfondimento degli strumenti tradizionali della zampoňa, cerango e cajon, due della tradizione andina e uno della tradizione afro peruviana.
Il 15 e 16 aprile l’Auditorium di Arvier accoglierà il laboratorio sulla musica tradizionale albanese con il docente Jakova Bardh, virtuoso della fisarmonica.
Rizomi terminerà il 6 e 7 maggio a Pont-Saint-Martin con un focus sulla musica della tradizione araba/egiziana che vedrà protagonista il docente Tarek Awad Alla, musicista e insegnante di percussioni.
Rizomi, un ponte tra le culture
La creazione di Rizomi ha gettato un vero ponte tra le culture coinvolgendo, tramite la preziosa collaborazione del Csv, le comunità cinese, peruviana, albanese e del Magreb presenti in Valle d’Aosta, tramite i loro referenti la presidente del Centro di Media e cultura cinese di Aosta Wanping Tian, il presidente dell’Associazione peruviana Intipa Churin Hijos del Sol di Aosta Erik Li Salinas e Rachid Tarhia, già presidente dell’Association Magreb Arab Valdôtaine che ha sottolineato come «la musica è cultura, arte e amore. Si può fare anche la pace con la musica».
«È un progetto a cui teniamo molto – ha detto la presidente della Fondazione Maria Ida Viglino, Anna Merlo -. La Fondazione è una scuola di musiche per tutti, da 0 a 100 anni, e di musiche di tutti i tipi, dalla classica a tutti gli altri genere, anche quelli che non esistono, con modalità musicali non accademiche».
(erika david)