Cardiologia, in Valle la mortalità per infarto acuto è più bassa del 50% rispetto alla media nazionale
Alla Struttura di Cardiologia, 1300 ricoveri all'anno e oltre 50 mila prestazioni ambulatoriali.
Cardiologia, in Valle la mortalità per infarto acuto è più bassa del 50% rispetto alla media nazionale.
La sanità ospedaliera soffre e non poco, ma ci sono eccellenze che meritano di essere sottolineate.
E’ stato il caso, qualche settimana fa, della chirurgia robotica, impiegata dalle equipe di Chirurgia Generale e di Urologia, per asportare due diversi tumori nella stessa seduta operatoria.
Cardiologia, rischio di morte ridotto della metà
Oggi è il caso del reparto di Cardiologia e della sua équipe, guidata dal dottor Paolo Scacciatella e del meccanismo virtuoso della catena del soccorso, dalla chiamata al 118 fino all’intevento dei cardiologi dell’ospedale Parini di Aosta.
Comparati con i dati nazionali, quelli della Valle d’Aosta ci eleggono a regione più virtuosa del Paese, rispetto a un importante indicatore di assistenza sanitaria, cioè la mortalità a 30 giorni dal ricovero per gli infarti miocardici acuti, cioè le forme più gravi di infarto.
Il dato valdostano è del 3,74% rispetto alla media italiana del 7,06%.
Il rischio relativo è quindi dello 0,5, come dire che il rischio di morte di riduce della metà.
Anche per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni estesa a tutti i tipi di infarto, la percentuale valdostana è più bassa della media italiana: 5,71% contro 7,74%.
In Valle d’Aosta il rischio di morire per un infarto nei pazienti ospedalizzati è del 26% inferiore rispetto alla media nazionale.
Cardiologia: competenza e tempestività
«La mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto acuto del miocardio misura la qualità dell’intero processo assistenziale del paziente infartuato, a partire dall’accesso ai servizi di emergenza fino alla presa in carico dai cardiologi in Pronto soccorso e al follow up successivo» spiega il dottor Paolo Scacciatella, direttore della Struttura complessa di Cardiologia.
«Per poter ottenere questi risultati ci vuole un’equipe cardiologica in grado di reagire velocemente.
Ci vogliono competenza e tempestività. Questi risultati, inseriti tra l’altro in un trend positivo negli ultimi 3 anni, ci ripagano di un grande lavoro di squadra».
Negli attacchi cardiaci il fattore tempo è essenziale in ogni fase.
«Le prime due ore sono fondamentali perché l’infarto è una patologia tempo-dipendente e i risultati dipendono dalle performance di velocità del sistema – spiega il dottor Scacciatella -. Nella catena temporale c’è anche il fattore paziente-dipendente, ossia quanto il malato riconosce subito il sintomo e chiama il 118».
Il primario di Cardiologia aggiunge un altro dato: «Il 77% dei pazienti che arriva al nostro ospedale viene trattato entro i primi 90 minuti (il gold standard), contro il 71% della media italiana. Questo è un importante indicatore di funzionamento ospedaliero».
Il meccanismo virtuoso, dal 118 all’intervento dei cardiologi
Il direttore della SC Cardiologia elenca i vari passaggi: «Il meccanismo virtuoso parte dal 118 che fa la trasmissione telematica dell’elettrocardiogramma anticipando all’ospedale l’arrivo del paziente critico.
Al Pronto soccorso avviene la diagnosi clinica tempestiva del cardiologo e il trattamento di angioplastica in Sala Emodinamica.
Il paziente viene poi spostato in Terapia Intensiva Cardiologica dove prosegue le cure.
Se il processo funziona bene, impatta sulla mortalità, riducendola in modo sensibile».
La Struttura Complessa Cardiologia
La Struttura complessa Cardiologia dell’Ospedale di Aosta conta 16 cardiologi e esegue 1.300 ricoveri all’anno, più di mille procedure di emodinamica e cardiologia interventistica (coronarografia, angioplastica, interventistica strutturale), 400 di elettrofisiologia impiantistica (pacemaker), 100 di elettrofisiologia ablativa e circa 8.000 ecocardiogrammi.
Le prestazioni ambulatoriali sono più di 50 mila.
Nella foto in alto, una parte dell’équipe di Cardiologia con il primario, il dottor Paolo Scacciatella.
(re.aostanews.it)