Crisi di governo: iniziato il conto alla rovescia per una nuova maggioranza
Scattano, oggi mercoledì 25 gennaio, i 60 giorni per evitare nuove elezioni anticipate
Crisi di governo: iniziato il conto alla rovescia per una nuova maggioranza. Scattano, oggi mercoledì 25 gennaio, i 60 giorni per evitare nuove elezioni anticipate.
Le dimissioni
«Non è mai facile fare un passo indietro soprattutto quando ha delle ripercussioni. Ho cercato di tenere separati i piani amministrativo e politico. Ma ho constatato che non era possibile. Urge una riforma elettorale. Spero che il mio gesto serva a risolvere la crisi, ripartendo da un foglio bianco. Spero in tempi migliori per la politica valdostana». E’ in sintesi l’intervento del presidente della Regione Erik Lavevaz in apertura dei lavori del Consiglio Valle, motivando ancora una volta le sue dimissioni.
Il dibattito
Per il capogruppo della Lega Andrea Manfrin «le dimissioni non sono altro che l’epilogo di una crisi iniziata molto tempo fa. In questi anni la Lega ha portato avanti coerentemente le proprie battaglia senza mai fare mancare la sua collaborazione sui dossier importanti. Non si può ignorare neppure il risultato della elezioni politiche. Solo una maggioranza forte e coesa può affrontare le sfide che ci aspettano in un momento di grande difficoltà economica e sociale Riteniamo che una pronta risoluzione della crisi debba essere l’auspicio di ogni valdostano che ha a cuore il futuro della sua comunità, ed è per questo motivo che, tenendo fermi i temi su cui si sono già trovate delle convergenze intendiamo essere promotori di un dialogo costruttivo e libero da pregiudizi con tutte quelle forze politiche che intendono affrontare i problemi della nostra comunità». Lascia intendere Manfrin che la stabilità di governo passa per il centrodestra.
«E’ una crisi che mette nell’imbarazzo la Valle d’Aosta – ha detto Corrado Jordan di Av-VdA Unie -. Sarà necessaria una politica nuova, politici preparati, capaci, determinati, ma soprattutto disinteressati a sé stessi e interessati al bene collettivo. Una politica a beneficio di tutti o quantomeno di una grande parte. Lavoriamo per una casa comune, quella autonomista, che possa tornare al centro della politica valdostana e che guardi, non al consenso elettorale, ma al bene della comunità».
Per Chiara Minelli (Pcp) «ci troviamo a scrivere l’ennesima pagina nera. Ci siamo ormai abituati a un vortice di cambi di maggioranza». Punta il dito contro le lacerazioni interne all’Uniôn valdotaine e aggiunge: «le dimissioni del Presidente Lavevaz sono l’ennesima conferma della necessità inderogabile di una riforma elettorale che dia agli elettori la possibilità di scegliere il programma, la maggioranza e il Presidente della Regione. Una riforma che chiediamo da anni e che va contro a un sistema che conviene a molti, perché permette di fare e disfare maggioranze, di operare ribaltoni, di cambiare in corsa a seconda del prevalere di posizioni e interessi contingenti».
Per la collega Erika Guichardaz: « La popolazione assiste ancora una volta disgustata a un deprimente spettacolo. Andremo incontro ad un periodo in cui molti danno la disponibilità, ma credo che siano i programmi a dover essere al centro della questione politica piuttosto che le poltrone».
In aula
«L’accordo malandrino con la sinistra non si doveva fare perché le differenze erano troppe» ha sostenuto Mauro Baccega (FI) per continuare citando l’incarico della coordinatrice azzurra Emily Rini «che tanto può fare per la Valle d’Aosta. C’è tanto da fare e bisogna fare in fretta». Per concludere: «Il nostro appello al dialogo deve essere letto come il frutto di un’azione di opposizione che si è concentrata sulle cose da fare. Spesso abbiamo condiviso in questi due anni dei passaggi, come quelli che destinavano risorse a imprese e famiglie in difficoltà: tutto con l’atteggiamento di moderati liberali di centro destra che da sempre ha accompagnato la nostra azione politica, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi a sostegno della popolazione valdostana»
Per il collega azzurro Perluigi Marquis: «Oggi bisogna superare l’ideologia e guardare al pragmatismo: bisogna parlare dei temi che interessano la Valle d’Aosta, come i Tunnel. Alla gente non interessa se si dialoga con la destra o la sinistra, alla comunità interessa che ci si faccia carico dei problemi».
Così il capogruppo dell’Union Aurelio Marguerettaz nel suo intervento: «Al di là delle tifoserie oggi noi entriamo in amministrazione ordinaria nel momento in cui si dovrebbe agire. Opereremo per uscire dallo stallo, guardando le cose con terzietà. Volenti o nolenti dobbiamo prendere atto di una comunità polarizzata. Se non mettiamo sul tavolo le cose che si condividono non andiamo da nessuna parte. Marco Sorbara, ieri assolto in via definitiva, è stato messo alla gogna per ragioni elettorali. Bisognerebbe essere più prudenti. L’apertura delle consultazioni bisognerà guardare alle forze che non vogliono prevaricare ma dialogare. In politica bisogna mettere a fattor comune tutte le intelligenze per dare risposte. Costruiamo un progetto che dia gambe alla comunità».
Per il capogruppo di Fp-Pd Paolo Crétier «politicamente abbiamo indicato una strada possibile per sostenere meglio la maggioranza, proponendo un allargamento, che non è stato condiviso da altri gruppi. Ora bisogna riprendere in mano il gomitolo aggrovigliato della politica e trovare una soluzione valida e sostenibile per dare continuità all’azione politica, anche se non sarà facile. Un confronto sereno e un dialogo è necessario in quest’Aula».
Il capogruppo di Pour l’autonomie Marco Carrel cita i temi caldi della chiusura del tunnel del monte Bianco e delle concessioni idroelettriche che languono. «Siamo pronti a dialogare sui temi, a contribuire al dibattito. Noi siamo un movimento e sul nostro programma vogliamo discutere e lavorare per la comunità. Da oggi partono sessanta giorni in cui è necessario tornare a discutere di cosa è meglio per la Valle d’Aosta e per i valdostani. Da questo punto di vista il nostro appoggio, come sempre avvenuto, non mancherà»»
Così Claudio Restano (Gm – Evolvendo): «Intendiamo rapportarci a quelle forze politiche che vorranno lavorare senza personalismi. Poiché non riteniamo che Evolvendo sia l’ombelico del mondo ma che comunque possa avere un ruolo propositivo, dichiariamo fin d’ora la nostra disponibilità a dialogare con quelle forze politiche interessate ad una rapida e fattiva soluzione della crisi regionale mediante la definizione di un programma di ampia convergenza amministrativa nonché l’approvazione urgente di una nuova legge elettorale ampiamente condivisa che garantisca finalmente la necessaria stabilità del nostro sistema politico».
Per Albert Chatrian «è difficile capire perché siamo arrivati a questo punto. Abbiamo operato, approvato leggi e programmato. Certo, piccoli passi ma fatti in momenti difficili. Sul piano amministrativo siamo stati operativi. Stiamo lavorando, sul piano politico, per ricomporre l’area autonomista e ridare centralità ai movimenti autonomisti. E’ bene dialogare con tutti ma dobbiamo avere la forza di ricomporre un quadro politico chiaro».
Così Carlo Marzi (Stella Alpina): «Il metodo con cui ha svolto il suo ruolo, il presidente Lavevaz, è un modo nuovo al passo con i tempi. Il dato di fatto sostanziale è che il progetto politico ha una battuta d’arresto. Non si tratta ora di destra e sinistra ma fare scelte. La preferenza unica è stata negativa perché porta a personalismi. Il problema oggi sono i corpi intermedi e non il Consiglio Valle. Oggi il ruolo degli eletti è più forte. In passato la linea politica dei movimenti si seguiva, oggi c’è il “libera tutti”. La popolazione assiste ancora una volta disgustata a un deprimente spettacolo. Andremo incontro ad un periodo in cui molti danno la disponibilità, ma credo che siano i programmi a dover essere al centro della questione politica piuttosto che le poltrone».
Il presidente incaricato
Luigi Bertschy, ha ricordato che «in questi due anni c’è stata alleanza e volontà di lavorare bene insieme. La politica ha delle logiche e il presidente Lavevaz le conosce meglio di noi: la politica va affrontata e non è con l’ipocrisia che si risolvono i problemi. La nostra è una responsabilità di eletti: trovare una soluzione per dare corso a questi ulteriori tre anni di legislatura, capace di rispondere ai compiti che la comunità ci ha assegnato. Chiedo ai colleghi di Giunta di mantenere un presidio attivo sugli assessorati, do la disponibilità a gestire i tanti dossier sul tavolo, ad ascoltare i Capigruppo. Se oggi siamo in crisi, come autonomisti dobbiamo avere la capacità di rendere più solido il quadro autonomista. Non bisogna dividere gli autonomisti: l’autonomia è un valore aggiunto, è sapere costruire un’amministrazione capace di affrontare le sfide del territorio con responsabilità, superando le logiche centraliste. Offro e chiedo collaborazione, perché la situazione è critica».
(da.ch.)