Crisi di Palazzo, i consiglieri dell’Uv accusano Lavevaz: «E’ stato scorretto»
E' quanto messo nero su bianco da Giulio Grosjacques, Aurelio Marguerettaz, Roberto Rosaire e Renzo Testolin in una lettera presentata al Comité fédéral
Il presidente della Regione Erik Lavevaz, «comunicando le dimissioni al Comité e addossando tutte le responsabilità al gruppo consiliare ha fatto un atto molto scorretto non solo nei confronti di eletti che hanno sempre lavorato per assicurare una buona amministrazione della regione», ma anche «dell’intero movimento e della comunità valdostana tutta».
E’ quanto messo nero su bianco dai consiglieri regionali dell’Union valdôtaine (Giulio Grosjacques, Aurelio Marguerettaz, Roberto Rosaire e Renzo Testolin) in una lettera presentata al Comité fédéral dell’Uv e in replica a quanto scritto dal presidente Lavevaz in un documento presentato alla direzione del Mouvement.
«Dimissioni? Modo per uscire dalla solitudine»
Secondo i consiglieri del Leone rampante, la volontà di dimettersi annunciata dal capo dell’Esecutivo «sembrerebbe, più che un gesto di alto concetto morale e politico, un modo molto sbrigativo per uscire da una situazione di estrema solitudine che lo stesso presidente si è costruito».
Ma la decisione di Lavevaz sarebbe anche «un modo poco brillante per evitare di affrontare il problema delle dimissioni di Roberto Barmasse che, come dallo stesso annunciate, sarebbero state presentate il prossimo lunedì 23 gennaio».
«Forse è più facile passare come vittima sacrificale»
«Forse – prosegue il documento – è più semplice dimissionare, passare come vittima sacrificale di turno e dire che la colpa è tutta degli altri che vogliono qualcosa di sicuramente sbagliato soltanto perché non corrisponde alla propria visione politica. E senza fare il benché minimo, anche piccolo, gesto di autocritica per una gestione politico-amministrativa che raggiunge con difficoltà la sufficienza: anziché affrontare le criticità è forse più semplice lasciare agli altri la soluzione del problema ed ergersi a paladino dei principi unionisti».
Concludono i “ténors” del Leone rampante: «In Valle d’Aosta fare il presidente della Regione è un compito molto impegnativo e impone grandi capacità di governo e di mediazione oltre all’assunzione di responsabilità che spesso sono così grandi da far tremare i polsi anche alle persone politicamente più esperte e preparate: è quindi necessario ma non sufficiente essere brave persone con le mani pulite, se le mani si tengono sempre in tasca. Probabilmente fare la vittima è utile da un punto di vista elettorale, ma non permetterà di fuggire dal giudizio della storia e dalla necessità di governare la nostra comunità con coraggio, determinazione e soprattutto con grande impegno e onestà, sia morale che intellettuale».
(f.d.)