Petizione Cime Bianche: il “no” agli impianti di risalita non può essere accolto
Questo il parere delle Commissioni Assetto del territorio e Sviluppo economico del Consiglio regionale
Le Commissioni Assetto del territorio e Sviluppo economico del Consiglio regionale «ritengono che il punto 4 della petizione (mettere da parte ogni proposito di realizzazione di nuovi impianti di risalita nel Vallone) sia in contrasto con le determinazioni assunte dal Consiglio regionale nella seduta del 30 gennaio 2020, nel corso della quale è stato approvato il DEFR contenente la decisione di procedere con lo studio di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche». Quindi, il Consiglio Valle «sarà chiamato nel prossimo periodo a valutare gli studi propedeutici effettuati congiuntamente dalle società concessionarie Cervino Spa e Monterosa Spa, con l’obiettivo di giungere ad una decisione basata sulle analisi di realizzabilità del collegamento intervallivo in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale, urbanistica e sull’applicabilità delle previste deroghe al decreto ministeriale del 17 ottobre 2007 e più in generale alla vigente normativa in materia».
Così i presidenti delle Commissioni, Albert Chatrian (della III) e Giulio Grosjacques (Uv), al termine dell’esame della petizione popolare “Salviamo il Vallone delle Cime Bianche”. La relazione è stata approvata a maggioranza dalle commissioni Assetto del territorio e Sviluppo economico, riunite congiuntamente, con l’astensione di Pour l’Autonomie e il voto contrario del Progetto Civico Progressista.
Gli altri punti
«Con riferimento ai punti 2 e 3 della petizione (predisposizione di uno specifico piano di gestione del Vallone ed elaborazione di un programma di studio e valorizzazione dell’estrazione della pietra ollare ad Ayas e nel Vallone delle Cime Bianche) – aggiungono i presidenti -, le Commissioni ritengono che le attività proposte non siano in contrasto con l’eventuale realizzazione del collegamento intervallivo Cime Bianche; in particolare, la richiesta riguardante la lavorazione della pietra ollare è già in fase di realizzazione attraverso la piena e fattiva collaborazione tra le competenti strutture della Regione e del Comune di Ayas e ha già prodotto i primi tangibili risultati».
E concludono: «Le Commissioni, nell’assumere questa decisione, confermano la volontà del Consiglio regionale di mantenere aperte le interlocuzioni con tutti i soggetti portatori di interesse sulla questione “Cime Bianche”».
La petizione è stata depositata in Consiglio il 28 ottobre 2022 e accompagnata da 2335 firme.
La posizione di Pcp
«Concordato sulle premesse del testo, che riassumono l’iter dell’atto e riportano la sintesi delle varie audizioni – dicono le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli -, abbiamo ricevuto in Aula la proposta per le conclusioni elaborata dalla maggioranza e, non condividendola, abbiamo proposto una formulazione diversa, sottolineando ancora una volta, che non si sono ottenuti chiarimenti da parte della Regione circa la percorribilità giuridica in ordine alla realizzazione di impianti di risalita nel vallone delle Cime Bianche, ricompreso in un’area Natura 2000. Non è mai infatti mai stato chiarito come si pensi di procedere, tenuto conto dei divieti inderogabili previsti dal DM 17 ottobre 2007, e non è pervenuta alle Commissioni la nota esplicativa dell’Avvocatura promessa il 9 gennaio dal presidente Lavevaz, dietro nostra espressa richiesta».
Le consigliere lamentano poi che la loro proposta «non è nemmeno stata messa in votazione, a differenza di quanto avvenuto in passato nella trattazione di altre petizioni».
(re.aostamews.it)