Zootecnia: erogato il 70% dei 3 milioni di euro di contributi una tantum alle aziende
Critico il consigliere leghista Planaz sull'esclusione degli ovicaprini non produttivi dagli aiuti come le pecore di razza Rosset
Zootecnia: erogato il 70% dei 3 milioni di euro di contributi una tantum alle aziende. Lo ha comunicato in aula l’assessore all’Agricoltura Davide Sapinet rispondendo a un’interrogazione del consigliere leghista Dino Planaz, critico sull’esclusione degli ovicaprini non produttivi dagli aiuti come le pecore di razza Rosset
L’assessore
Così in aula Sapinet: «il 65/70 per cento di questi aiuti sono stati liquidati entro la fine dell’anno, mentre il restante dei pagamenti è in corso. Le risorse totali erano 3 milioni di euro, erogabili in parte corrente: il loro reperimento non è stato banale in quanto non era possibile utilizzare l’avanzo 2021 (che era disponibile solo per spese di investimento). Andavano, poi, ovviamente posti dei limiti, che sono stati condivisi con l’associazione di categoria. Si è ritenuto che la dimensione minima per considerare un’impresa zootecnica economicamente sostenibile sia rappresentata da una consistenza di capi pari a 2 UBA, corrispondente a 2 capi bovini adulti o 8 capi ovicaprini, sapendo che al di sotto di tale consistenza le aziende zootecniche sono generalmente autorizzate nella modalità dell’autoconsumo».
L’assessore ha poi ricordato che «l’aiuto al settore è stato concepito per sostenere le aziende dedicate alla produzione di latte: noi abbiamo voluto, a seguito del confronto con le associazioni di settore, estendere il sostegno, anche se di importo più limitato, alle manze con età superiore ai 24 mesi in quanto questi capi rappresentano la rimonta interna aziendale, ossia i capi allevati per garantire il mantenimento del potenziale produttivo dell’azienda e, quindi, per assicurarne la continuità produttiva, fondamentale soprattutto quest’anno quando alcune aziende hanno scelto di abbattere dei capi produttivi per contenere i costi di alimentazione e gestione della stalla. Per il settore ovicaprino sarebbe stato, invece, difficoltoso individuare correttamente i capi destinati alla rimonta interna. Il Quadro temporaneo è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 e, pertanto, altri eventuali aiuti straordinari per il settore ovicaprino potranno essere messi in campo. Una specifica azione di confronto è stata attivata perché si vuole dare maggiore spazio a questo comparto per evitare eventuali disparità».
La replica
«Si tratta di 4/5mila caprini e ovini in Valle d’Aosta – ha replicato il consigliere Planaz -: le risorse assegnate, se si facevano altre scelte, potevano bastare per tutti, anche per le attività ovicaprine. C’è stata un’evidente disparità: non è questa la direzione da seguire. Questa è una misura di emergenza, quindi doveva essere garantita a tutte le aziende, altrimenti rischiamo di farle chiudere. Noi come Regione autonoma potremmo andare in deroga a regole comunitarie o nazionali. Dobbiamo porre maggiore attenzione a questo settore che è in forte crisi, ma che è essenziale per il mantenimento del territorio».