Bambini: il virus respiratorio sinciziale affanna la Pediatria
All'ospedale Beauregard, influenza sotto controllo ma tanti ricoveri per il VRS e troppi accessi impropri al Pronto Soccorso pediatrico
Bambini: il virus respiratorio sinciziale affanna la Pediatria
L’incidenza dell’influenza in età pediatrica non rallenta, arrivando a 50,6 casi per mille assistiti.
La comunità scientifica parla di tripledemia, la convergenza cioè di tre virus nello stesso periodo: Sars-Cov2, influenza e VRS.
E’ proprio il VRS, virus respiratorio sinciziale ad affannare la Pediatria dell’ospedale Beauregard di Aosta.
Tutti i posti letto sono occupati come spiega il direttore della Struttura Complessa Pediatria e Neonatologia Paolo Serravalle.
Il VRS, virus respiratorio sinciziale
«Più della metà dei bambini ricoverati è positivo al tampone per il VRS – precisa il dottor Serravalle -.
Ci sono anche casi di influenza e il test dice che si tratta di influenza di tipo A.
Quanto al VRS, è la principale causa della bronchiolite, un’infezione polmonare che può essere grave nel primo anno di vita del bambino.
Si tratta di un virus molto diffuso e contagioso che conosciamo bene e al quale siamo abituati, che normalmente presenta picchi nei mesi di dicembre e febbraio.
Come per l’influenza stagionale, grazie a mascherine e distanziamento sociale, anche il virus respiratorio sinciziale ha saltato la stagione del confinamento.
Il virus è circolato poco e le difese immunitarie sono calate un po’».
Se il VRS è tipico della fascia 0-12 mesi, oggi si riscontrano tamponi positivi al virus anche dopo l’anno d’età, fatto che dimostra proprio la ‘scomparsa’ del virus durante il lockdown.
«In questo momento, abbiamo alcuni casi di bambini molto piccoli, di due mesi, con insufficienza respiratoria con ossigeno – precisa il dottor Serravalle -. Nei casi più gravi si ricorre all’uso del Cpap o si assiste la respirazione con l’ossigeno ad alti flussi».
Pediatria: troppi accessi impropri al Pronto Soccorso
Al Beauregard lavorano 8 pediatri, ne mancano 3.
L’accesso improprio al Pronto Soccorso pediatrico è all’ordine del giorno.
«E la conseguenza del fatto che la gente riceve una massa di informazioni che non sempre sa elaborare e che sono fonte di ansia per i genitori – dice il dottor Serravalle.
In Pronto Soccorso arrivano bambini che hanno la febbre da un paio d’ore.
Questo flusso continuo di pazienti complica il lavoro; nessuno viene mandato via, visitiamo tutti coloro che si presentano. Lo stesso capita ai pediatri di libera scelta, presi d’assalto dai genitori preoccupati ad esempio per una febbre alta persistente».
(c.t.)