Aosta: Imu, tariffe invariate e gratuità per chi ospita rifugiati, ma è polemica
Paolo Laurencet di Forza Italia all'attacco delle scelte del governo comunale: «Ci aspettavamo maggiore coraggio»
Aliquote mantenute e Imu azzerato per chi concede gratuitamente la casa ai rifugiati in permesso di soggiorno temporaneo.
Una buona notizia, pare di poter dire, ma che ha acceso comunque la polemica nel Comune di Aosta, in sede di quarta commissione, dove sono stati approvati alcuni adempimenti propedeutici al via libera al bilancio di previsione triennale.
Aliquote Imu
A spiegare la scelta ci ha pensato la vice sindaca con delega al Bilancio, Josette Borre, che ha evidenziato «nessuna modifica al regolamento Imu e nessuna variazione di aliquota».
La novità, in realtà, c’è.
«Alla luce dell’ultimo anno, ci è sembrato doveroso azzerare l’aliquota a chi concede gratuitamente l’unità immobiliare ai rifugiati in permesso di soggiorno temporaneo – ha spiegato Borre -. Abbiamo riflettuto tanto, siamo stati accompagnati a conoscere chi ha messo a disposizione le case e abbiamo spesso visto dei gioiellini, con persone che hanno messo a disposizione i propri beni senza alcun tornaconto. Ho insistito, perché una disponibilità così non si vede tutti i giorni».
Ma quanto incide la misura?
«Abbiamo fatto un’analisi di massima – ha continua Borre -, visto che la tematica è in evoluzione. Ci sono tante variabili da prendere in considerazione, ma parliamo di qualche decina di abitazioni».
Voto contrario
Voto contrario è stato annunciato da Paolo Laurencet di Forza Italia (astenuta la leghista Sylvie Spirli), che ha evidenziato «una stortura – ha esclamato -. Si continua a far pagare l’aliquota più alta a immobili che sono vuoti, magari di persone che hanno ereditato e che non riescono ad affittare. Oltre al danno, la beffa: si pagano diverse spese e si è pure discriminati».
Laurencet chiedeva altro.
«Ci aspettavamo coraggio sul comodato d’uso gratuito, perché non mi pare che se si dà un appartamento al figlio questo ne tragga vantaggio economico, magari non ha solo alternative – ha continuato -. Noi forse abbiamo una visione diversa della famiglia e non condividiamo storture come considerare una casa nello stesso comune una sorta di residenza di villeggiatura. Non avete aumentato? Bene, ma non credo che ci sia l’obbligo, si deve fare di più anche alla luce degli effetti dei nuovi accatastamenti. E poi, vedo male o chiudete di nuovo con un avanzo di amministrazione importante»?
Le repliche
Fabio Protasoni (PCP), ha evidenziato la «scelta di non ritoccare le aliquote, che in un momento come questo è coraggiosa – ha replicato -. Gli aggravi dei costi energetici sono stati una mazzata, ma abbiamo svolto il nostro ruolo mantenendo l’attenzione agli aspetti economici».
Ancora più piccata la vice sindaca.
«Mantenere le aliquote non è considerato virtuoso, ma assicuro che non è semplice e scontato come può apparire – ha precisato -. Un bilancio pubblico, purtroppo, non si chiude con il coraggio, anche perché non credo che i cittadini vogliano un comune in default. Qualche soldo, certo, può far comodo, ma a fronte di cosa? Meno servizi? Meno asili nido?».
E ha chiuso, mettendo i puntini sulle i.
«A fronte di un bilancio da circa 90 milioni di euro, l’avanzo libero è di circa 7 milioni – ha concluso Borre -. Per le mie e sue finanze può sembrare tanto, ma per affrontare emergenze come i rincari energetici (1.5 milioni di spese inaspettate) o i rinnovi contrattuali (900 mila euro) bisogna avere qualcosa da parte, non ragionamenti un po’ populisti».
(alessandro bianchet)