Aosta: buon 2047° compleanno… con le nuvole
Tante scuole coinvolte nelle celebrazioni nel compleanno della città, che ancora una volta, però, non ha potuto contare sul bel tempo per ammirare il sorgere del sole nel giorno del solstizio d'inverno
Buon compleanno… ancora una volta con le nuvole per la città di Aosta, che nella mattinata di mercoledì 21 dicembre ha celebrato il 2047° anno dalla fondazione.
Il maltempo, anche quest’anno, non ha consentito di vivere in pieno il momento del sorgere del sole che, nel giorno del solstizio di inverno, tra le 10.48 e le 10.50, spunta perfettamente in linea con via Croce di Città, il cardo di Augusta Praetoria Salassorum.
La ricorrenza
Nata il 21 dicembre del 25 a.C., secondo gli studi, Augusta Praetoria fu volutamente orientata al solstizio d’inverno.
L’ipotesi più accreditata è nata da una scoperta archeologica, avvenuta nel 2012 nella Torre dei Balivi, e avvalorata da un importante studio archeoastronomico.
Le celebrazioni
Per celebrare degnamente la ricorrenza, la Soprintendenza ai beni culturali, in collaborazione con la Société Valdôtaine de Préhistoire et Archéologie e Comune di Aosta, ha previsto un programma di divulgazione scientifica sviluppato su due giorni.
Dopo la conferenza di sabato 17 dicembre, il giorno del compleanno aostano ha visto protagoniste le scuole primarie di Cogne, Jovençan, Arvier, Rhêmes-Saint-Georges, Valgrisenche e Valsavarenche, impegnate in Aosta tra le stelle, un’attività dedicata al solstizio d’inverno e alla fondazione della città.
L’iniziativa, pensata dalla consulente didattica Alice Venturella, dall’archeologa della Soprintendenza Stella Bertarione e dal fisico e presidente dell’Associazione di ricerche e studi di archeoastronomia valdostana, Guido Cossard, è culminata con l’osservazione (resa ovviamente impossibile dalle nuvole), del sorgere del sole.
Stella Bertarione
Bertarione, Cossard e Venturella, non si sono però dati per vinti, intrattenendo i curiosi con le solite immancabili e preziosissime ricostruzioni scientifiche.
«Se il tempo è bello, il sole sorge in asse su via Croce di Città e su tutta la città da nord – ha spiegato Stella Bertarione -. È l’esatto momento che indica come Augusta Praetoria venne fondata orientata al solstizio d’inverno, con le ombre di Emilius e Becca di Nona che pian piano si ritirano e lasciano spazio alla luce».
L’archeologa ha poi proseguito.
«È un giorno magico sin dalla notte dei tempi – ha sorriso -. Indicava l’inizio di una nuova era, con la vittoria della luce sulle tenebre. L’imperatore Ottaviano Augusto, infatti, decise di fondare tante città orientate su questo momento. Significava che la città sarebbe stata fortunata, ricca e ben protetta».
E ha anticipato.
«Il 2025 sarà un anno molto importante – ha concluso Bertarione -. Aosta festeggerà i 2050 anni; save the date, faremo grandi cose».
Guido Cossard
Il fisico ed esperto di astronomia, Guido Cossard, ha poi completato il racconto.
«Alla base di questo evento ci sono grandi motivazioni rituali, di carattere simbolico, che derivano dagli Etruschi – ha rivelato -. Loro guardavano il cielo, gli astri, con grande attenzione e hanno notato come guardando proprio il cielo pare che le stelle girino tutte intorno alla stella polare. È un effetto apparente, ma loro non lo sapevano e si sono messi in testa che tutto l’universo ruotasse su un asse».
Ecco quindi l’idea.
«Se una città doveva essere fortunata e avere un futuro brillante, avrebbe dovuto essere in armonia con l’universo e avere l’asse della città parallelo proprio con l’universo – ha continuato -. Ecco perché hanno pensato tutte le città con l’asse nord-sud».
Con i Romani, poi, un salto di qualità.
«Hanno ripreso questo sistema, ma l’hanno fatto evolvere – ha spiegato ancora Cossard -. Si sono accorti che era più comodo guardare dove sorgeva il sole e tracciare l’asse est-ovest, per poi realizzare l’altro perpendicolarmente».
E questa, secondo Cossard «è stata una grande fortuna – ha concluso -. Se riusciamo a determinare la direzione del decumano, riusciamo e capiamo quando sorge il sole, riusciamo a capire in maniera scientifica quando è nata una città».
(alessandro bianchet)