Aids Valle d’Aosta: 3 nuovi casi nel 2022, l’età media è 50 anni
Si celebra oggi, giovedì 1º dicembre, la Giornata mondiale contro l'Aids; l'appello dell'infettivologa: «fate il test, è anonimo e gratuito».
Aids Valle d’Aosta: 3 nuovi casi nel 2022, l’età media è 50 anni.
Sono tre i nuovi casi di infezione diagnosticati nella nostra regione quest’anno, la metà rispetto allo scorso anno. Si tratta di due uomini e una donna, l’età media è 50 anni.
Nel 2021, i casi diagnosticati erano stati 6 (3 maschi e 3 femmine), lo stesso numero rilevato nel 2020.
Per due di loro, la diagnosi di malattia era stata troppo avanzata per consentirne la sopravvivenza nonostante il tentativo con terapie antiretrovirali e di supporto aggressive. In Italia, l’incidenza media è di 2,2 casi su 100 mila abitanti.
Aids: problema tutt’altro che risolto
«Come dire, un problema tutt’altro che da dimenticare» commenta l’infettivologa e responsabile della Struttura Malattie Infettive Silvia Carla Magnani.
«Purtroppo, il 30% circa delle diagnosi è di malattia già in fase molto avanzata, segno che per anni e anni la persona non si è resa conto di aver corso un rischio.
Naturalmente la malattia in stato avanzato pregiudica la sopravvivenza e l’aspettativa di vita.
Oggi, i farmaci sono potenti, efficaci e con effetti collaterali contenuti, tanto che l’aspettativa di vita, continuando la terapia farmacologica, è pari a una persona senza patologia».
Aids: percezione falsa e ancora stigma
Negli anni non è purtroppo migliorata la scarsa percezione della malattia, «che ancora oggi viene vista come patologia tipica di certe categorie a rischio e non come patologia causata da comportamenti a rischio, legata alla trasmissione sessuale» precisa Magnani.
«C’è ancora una sorta di timidezza a parlare di Aids – commenta la dottoressa Magnani – e c’è ancora una forma di stigma. Bisognerebbe fare più test, decine di test ogni giorno.
Tutte le persone sessualmente attive che hanno avuto rapporti sessuali non protetti dovrebbero fare un test.
L’Aids è purtroppo ancora percepito come qualcosa che capita agli altri.
Purtroppo, nonostante il progresso delle cure, l’Aids c’è e non è debellato.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità (sui dati 2021) dicono che sono state 1770 le nuove infezioni, con un’incidenza di 3 su 100 mila residenti. 500 sono stati i morti.
L’appello dell’infettivologa: «fate il test»
L’informazione sul tema Aids oggi è scarsa.
Sono lontani gli anni nei quali la grande opera di sensibilizzazione, informazione pubblicità arrivò massicciamente nelle scuole con la campagna ministeriale di Lupo Alberto.
Oggi le scuole richiedono interventi degli esperti, l’infettivologa ma anche ostetriche e psicologi, ma le norme anti Covid hanno rallentato se non annullato le occasioni di informazione e la possibilità di parlare agli studenti.
Per tanti (troppi) studenti di III, IV e V superiore, l’unica preoccupazione è il rischio di gravidanza.
Molte volte quindi, si pensa alla pillola come metodo contraccettivo ma non ci si ritiene a rischio per le malattie sessualmente trasmissibili. La sieropositività non dà malessere o sintomi particolari.
«L’unico modo per sapere se si è contratto il virus è fare il test che è anonimo e gratuito e per il quale non serve alcuna impegnativa – spiega la dottoressa Magnani.
Aids: come prenotare il test gratuito
Come precisato dalla dottoressa Magnani, il test è gratuito e anonimo.
E’ sufficiente telefonare all’Ambulatorio Malattie Infettive e prenotarsi, 0165-543390.
La Giornata mondiale contro l’Aids richiama la comunità mondiale a mantenere alta l’attenzione sull’infezione da HIV e più in generale sulle malattie sessualmente trasmesse, ad esempio la sifilide, la gonorrea e il vaiolo delle scimmie. Malattie che incidono ancora nella popolazione sessualmente attiva, con ripercussioni sulla salute e sulla dimensione relazionale-affettiva.