Guerra Russia Ucraina: il consiglio di Aosta chiede il cessate il fuoco e pensa a un gemellaggio
Approvato l'ordine del giorno, con l'astensione delle minoranze e il voto contrario di Bruno Gioradno
La richiesta di cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina, la sensibilizzazione delle istituzioni europee per intraprendere un percorso di pace, ma anche l’idea di creare un gemellaggio con qualche realtà coinvolta dal conflitto.
C’è tutto questo nell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Aosta su proposta dei capigruppo di Pcp e Alliance, Fabio Protasoni e Pietro Varisella, con il voto contrario di Bruno Giordano («da socio fondatore di Evolvendo») e l’astensione del resto della minoranza.
L’ordine del giorno
L’ordine del giorno, nella sua parte impegnativa, prevede che tutto il Consiglio, a partire da sindaco e giunta, testimonino «in ogni sede istituzionale e pubblica, a nome di tutta la comunità di uomini e donne che vivono in Aosta, la propria richiesta di un immediato cessate il fuoco fra Russia ed Ucraina».
A questo si aggiunge l’impegno a richiedere «alle istituzioni Europee una più forte ed incisiva disponibilità a essere attori fattivi di una azione diplomatica più forte e visibile» con il coinvolgimento di «Parlamento Europeo, sindaci delle grandi città e società civile».
L’ordine del giorno
Inoltre, il documento, punta a sollecitare «con le altre città italiane, una azione comune di diplomazia popolare e dal basso invitando i nostri omologhi ucraini e russi ad un dialogo fondato sulle antiche relazioni culturali e umane tra i nostri popoli».
Infine, l’ordine del giorno, da trasmettere ai presidenti di Repubblica, Camera, Senato, Celva, Anci e Ali, punta a perseguire «la possibilità di una azione diretta, attraverso lo strumento dei gemellaggi, per un rapporto con le città coinvolte nella guerra, sia sul piano della solidarietà fattiva, dell’accoglienza dei profughi (già in essere) e della ricostruzione».
Gli interventi
Per il capogruppo di Pcp, Fabio Protasoni, l’ordine del giorno verte sul «dramma che cittadini ucraini ed Europa stanno vivendo».
Parlando di numeri «impressionanti» a livello di morti, «circa 250 mila», edifici e infrastrutture distrutte, Protasoni evidenzia una situazione «di drammatica crisi umanitaria, con continue violazioni dei diritti umani ed elementari», volte a «mettere in ginocchio un paese».
Protasoni: «La soluzione passa dal cessate il fuoco»
Sottolineando come, dopo nove mesi, «nessuna delle due parti può raggiungere i propri obiettivi militari», Fabio Protasoni ritiene che «la risoluzione del conflitto non può che passare dal cessate il fuoco – conclude -, una precondizione per la salvaguardia di vite e per un inizio di dialogo».
E facendo propri i ragionamenti dello storico sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, Protasoni ricorda come «le città possano essere agenti di pace», avendo loro «un fondamento particolare, in quanto cellula primaria della convivenza tra persone».
Il tutto, «costruendo qualche passo di collegamento con lo strumento dei gemellaggi».
Pietro Varisella (Alliance) sottolinea come l’intenzione sia quella di «costruire ponti, non muri e cessate il fuoco è propedeutico a costruire la pace».
Il presidente del Consiglio, Luca Tonino, ricorda come «lo stillicidio delle popolazioni civili è insopportabile – esclama -. Credo che gli enti locali possano essere fondamentali per provare a portare un cessate il fuoco; insieme alla diplomazia internazionale ci vuole anche una diplomazia dei popoli».
Il sindaco
Il sindaco, Gianni Nuti, rispolvera altre citazioni di Giorgio La Pira.
«Non ascoltate coloro che dicono che bisogna interessarsi alle lampadine e non alla pace – ricorda -. Per la crescita, bisogna aprire le porte esterne, da dove passa la speranza, ma anche flussi economici, turistici e commerciali».
Ecco perché l’ordine del giorno punta a «cercare la pace, ma anche a costruire certezze e sviluppo per la nostra città – conclude -. Forse perseguiamo un simbolo, ma noi viviamo di simboli e attorno a questi costruiamo benessere o malessere nostro e delle comunità. Credo che sia giusto individuare una città con caratteristiche simili alle nostre per creare un’alleanza anche per il futuro economico, sociale e turistico».
Le parole di Cecilia Lazzarotto
Cecilia Lazzarotto (Pcp), sottolinea, infine, come «non è facile dare risposte concrete, ma credo che proprio l’impegno di questo documento sia una conseguenza concreta di collaborazione con realtà analoghe alla nostra e credo possa essere una delle risposte che si possono dare a chi chiede a cosa servano queste iniziative».
L’opposizione
Sergio Togni (Lega) e Paolo Laurencet (Forza Italia) chiedono come mai non si sia provveduto a «scrivere il documento a quattro mani per trovare una modalità condivisa».
Si oppone, invece, Bruno Giordano, che fa la dichiarazione «come socio fondatore di Evolvendo, non impegno la Lega».
Giordano stigmatizza la cultura «catto-comunista» portata a esempio attraverso il ricordo del sindaco La Pira, e ricorda come nella questione ci siano «un aggressore e un aggredito, con confini che avrebbero dovuto essere difesi; ma le istituzioni che si sono girate dall’altra parte».
«Dobbiamo ristabilire i confini ucraini»
Per l’ex sindaco, insomma, «finché i confini non saranno rideterminati, mi sembra un diritto di chi è stato aggredito difendere il proprio territorio – spiega ancora -. Tutte le iniziative di pace vanno promosse, ma se partiamo dal presupposto che questa guerra “non la vincerà mai nessuno”, si pone un dilemma».
Bruno Giordano taccia il documento come «aria fritta» e ricorda.
«Questa fa bene solo per andare a dormire sereni – conclude -, non serve a chi è sotto lo scarpone sovietico. Dobbiamo aiutare a ristabilire i confini della nazione ucraina. Io da giovane ho fatto il giuramento di difendere i miei confini. Se fossi in condizione, e se fossi cittadino ucraino, so dove sarebbe il mio posto oggi».
(al.bi.)