Scuola: Fare Pari, progetto di sensibilizzazione sulla parità di genere
Promosso dal Savt, coinvolge le scuole materne e primarie dell'Istituzione scolastica Grand Combin
Scuola: Fare Pari, progetto di sensibilizzazione sulla parità di genere. Fumetto, disegno, lettura e scrittura creativa sono gli strumenti per costruire con i bimbi delle materne e primarie dell’Istituzione scolastica Grand Combin un immaginario libero da stereotipi e da pregiudizi legati al genere. Il progetto è promosso dal Savt in collaborazione con l’associazione culturale Solal.
Il progetto
«Abbiamo, come Savt, l’ambizione di costruire le generazioni del futuro, trasmettendo loro dei valori. Il progetto Fare Pari ha l’obiettivo di creare nei bimbi delle materne e delle primarie la sensibilità di parità di genere e un immaginario senza stereotipi». A sottolinearlo il segretario del Savt Claudio Albertinelli nell’introdurre l’iniziativa che coinvolge le scuole dell’Istituzione scolastica Grand Combin dove con l’ausilio dell’associazione culturale Solal e degli insegnanti sono organizzate attività creative e focus tematici calibrati in funzione dell’età delle bambine e dei bambini, che mirano, a ragionare insieme sul tema delle differenze.
«Prima si interviene e meglio è per fare crescere le nuove generazioni libere dai pregiudizi» ha aggiunto Sonia Chabod, referente per le pari opportunità del sindacato autonomo.
A spiegare il progetto – articolato in 4 incontri di 2 ore – Viviana Rosi di Solal. «Nella scuola dell’infanzia – ha raccontato – proponiamo di ragionare sulle differenze anche attraverso il libro a fumetti di Maicol & Mirko Palla Rossa e Palla Blu, storia di un tondo e un quadrato dove l’amicizia arrotonda tutto».
Per la scuola primaria il tema di riflessione sono le professioni «per uscire dagli stereotipi di genere. Lo facciamo attraverso le biografie di donne come Frida Kahlo, Marie Curie e Alfonsina Strada, unica donna ad avere partecipato al Giro d’Italia. Gli allievi sono chiamati a inventare storie dalle quali nascono fumetti realizzati sotto la guida di Erika Centomo» sottolinea Rosi che ha concluso: «Se vogliamo scommettere su una società plurale si deve lavorare con i bambini piccoli».
(da.ch.)