Brusson, l’83% delle famiglie chiede la settimana corta alle scuole medie
Dopo una decina di anni per la prima volta i genitori ottengono la maggioranza; preoccupa però che il Consiglio d'istituto non tenga in considerazione l'esito del questionario
Brusson, l’83% delle famiglie chiede la settimana corta alle scuole medie.
Dopo dieci anni che alcune famiglie della Val d’Ayas con i figli iscritti alla scuola secondaria di primo grado di Brusson, tentanto di «far passare la settimana corta» senza mai riuscirci, vuoi perché tanti ragazzini il pomeriggio erano impegnati sulle piste da sci, vuoi perché la maggior parte dei genitori lavorava nel turismo e non poteva gestire i figli a casa il sabato mattina, ecco che la situazione si ribalta e nel questionario che la scuola ha sottoposto alle famiglie, la settimana corta ottiene l’83% delle preferenze.
«Pare però che questa mobilitazione non sia servita a niente – spiega una delle mamme che sostiene il tempo breve -, la decisione finale spetta al Consiglio d’Istituto che non sembra d’accordo sulla modifica dell’orario di scuola».
La settimana corta perché
Alla base della richiesta delle famiglie ci sono molteplici motivi, la stanchezza dei bambini dopo gli anni di Covid che hanno azzerato la vita sociale, il numero ormai esiguo di ragazzini iscritti a uno sci club o impegnati in attività extrascolastiche e un turismo che sta cambiando profondamente e non impegna più a ritmi serrati le famiglie come un tempo, spiega una delle promotrici della settimana corta.
«Avere solo un giorno a casa è troppo poco per questi bambini – sottolinea -, non è più possibile programmare qualche attività in famiglia per il fine settimana, senza contare che spesso la domenica è persa dietro ai compiti».
Il “referendum”
Per andare incontro alle richieste delle famiglie l’istituzione scolastica Luigi Barone, che oltre alla scuola di Brusson gestisce quella di Verrès dove la settimana corta è una realtà da una decina di anni, ha sottoposto alle famiglie un questionario sul registro elettronico che prevedeva quattro opzioni: la situazione attuale (36 moduli su sei mattine dalle 8 alle 13.20) e tre opzioni per la settimana corta:
- 36 moduli su 5 giorni e tre pomeriggi con 40 minuti di pausa pranzo e uscita alle 15.40
- 36 moduli su 5 giorni e due pomeriggi con 1 ora di pausa pranzo e uscita alle 17
- 36 moduli su 5 giorni e tre pomeriggi con 1 ora di pausa pranzo e uscita alle 16
La più votata è stata l’opzione che prevede due pomeriggi.
Criticità
«Il problema è che ci hanno proposto tre alternative che poi sono risultate non plausibili! – dicono le mamme arrabbiate -, praticamente hanno fatto il referendum per darci un contentino. A noi non interessa, a questo punto quale opzione sceglieranno, se uno o due pomeriggi, a noi basta che il sabato non si vada più a scuola».
Il servizio completo su Gazzetta Matin in edicola lunedì 21 novembre.
(erika david)