Il calore dello Splendor per le Mine Vaganti di Özpetek
La trasposizione teatrale del film Mine Vaganti del regista turco è stata accolta con grande calore dal pubblico aostano; stasera si replica alle 20.30
Bisogna fare astrazione per potersi godere appieno le nuove Mine Vaganti di Ferzan Özpetek.
Dimenticare il film e decidere di assistere a uno altro tipo di spettacolo, accolto con grande calore ieri sera, martedì 15 novembre, dal pubblico aostano del Teatro Splendor.
La prima regia teatrale del regista turco approda al Teatro Splendor di Aosta nell’ambito della Saison culturelle, in replica questa sera, mercoledì 16 novembre.
La storia
La storia rimane la stessa, racconta del giovane Tommaso (Edoardo Purgatori) che torna nella grande casa di famiglia con l’intenzione di fare coming out, ma viene bruciato sul tempo dal fratello maggiore, Antonio (Carmine Recano).
La rivelazione provoca un malore al padre (Francesco Pannofino) e l’angoscia della madre (Iaia Forte) e costringe Tommaso a rivedere i suoi piani.
Lo spettacolo
Le Mine Vaganti sono uno dei capolavori cinematografici di Ferzan Özpetek che il regista ha voluto adattare per il teatro.
Bisogna dunque fare astrazione e dimenticare per un attimo l’intensità degli sguardi, i gesti più sottili, i lunghi silenzi del film per lasciarsi sorprendere dalla vena più comica della storia, che strizza l’occhio al teatro degli equivoci.
Özpetek ha puntato di più sulla parte della commedia, con un padre famiglia, interpretato qui da Francesco Pannofino, più esplosivo e focoso.
«Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devo essere esilaranti – dice il regista -, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente».
«A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare – aggiunge Özpetek -. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante delle scene».
Ecco quindi i movimenti dei tendaggi, le luci, gli abiti colorati e l’escamotage dello spettacolo nello spettacolo ad aggiungere ritmo alla scena.
Ecco il coinvolgimento diretto del pubblico, chiamato in causa più volte, la piazza di quel paese, Gragnano, meno à la page del Salento del film, nella quale, letteralmente, scendono gli attori. La piazza che non deve sapere, ma al quale alla fine si racconta tutto.
A stemperare la parte più comica c’è la figura della nonna, Simona Marchini, vera mina vagante della storia, che tutto sa e tutto capisce.
I suoi monologhi davanti alla toeletta da trucco dovrebbero restituire tutta la poesia e la drammaticità della storia, ma le sue parole, così profonde nel significato, scivolano via senza regalare quell’emozione che meriterebbero.
Gli interpreti
Insieme alla coppia potente e ben assortita di Francesco Pannofino e Iaia Forte, ai figli Edoardo Purgatori e Carmine Recano (già presente nel film, nei panni di Marco, il compagno di Tommaso) e alla nonna Simona Marchini, ci sono l’amica d’infanzia Alba, Roberta Astuti, la zia, Sarah Falanga, la (strepitosa) cameriera Mimma Lovoi, Marco, il compagno di Tommaso, Luca Pantini e gli amici gay Francesco Maggi e Jacopo Sorbini.
In replica questa sera, mercoledì 16 novembre, al Teatro Splendor alle 20.30, biglietti su webtic.it o al punto vendita della Saison culturelle al Museo archeologico, platea 25 euro (ridotto 20), galleria 18 euro (ridotto 13).
(erika david)