Facci ad Aosta per presentare il libro su Craxi: «sono il terrore di ogni moderatore»
In tanti ieri sera alla saletta della Bcc per la presentazione del libro del giornalista Filippo Facci sull'ultimo giorno della Prima Repubblica
«Sono il terrore di ogni moderatore, sono abituato a fare dei monologhi».
Esordisce così, mettendo subito a suo agio Marco Gheller, presidente della Fondazione Émile Chanoux, e il giornalista Alessandro Mano chiamati a dialogare con lui, Filippo Facci, giornalista e scrittore ad Aosta ieri sera, venerdì 4 novembre, per la presentazione di 30 aprile 1993 – Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica.
L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Émile Chanoux in collaborazione con Ali (Associazione Librai Italiani) e Sil (Sindacato Italiano Librai).
Un appuntamento che esula dalle attività della Fondazione, «siamo però convinti che chi fa cultura deve necessariamente confrontarsi con altre idee e pensieri: solo attraverso un confronto laico e pacato si possono costruire dei ponti culturali in grado di avvicinare e arricchire» dice Gheller.
Libro e personaggio
«Perché Bettino Craxi? – introduce Gheller – Perché si tratta di un personaggio politico illuminato che, forse, oggi i giovani conoscono poco. Craxi è un personaggio che trascende la politica e parla a un certo tipo di Italia e, al pari di Giulio Andreotti, rappresenta la politica della prima Repubblica e dell’Italia repubblicana di quel periodo».
Craxi (1934-2000) è stato segretario del Partito socialista italiano, presidente del Consiglio dei ministri, eurodeputato e presidente del Consiglio europeo.
Filippo Facci, giornalista di Libero e scrittore, in 30 aprile 1993. Bettino Craxi L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica ripercorre gli avvenimenti che si sono susseguiti dalle 10 di giovedì 29 aprile alle 23.50 di venerdì 30 aprile 1993, tra Roma e Milano.
«Ho conosciuto Bettino Craxi di persona nel gennaio del 1993 – spiega l’autore -. Era un periodo di massima sventura per il personaggio che, nel mese precedente, aveva ricevuto il primo avviso di garanzia per responsabilità oggettiva -non poteva non sapere- del flusso di denaro illegale che finanziava la politica».
I suoi ricordi e il rapporto personale che ha sviluppato con il protagonista emergono nel libro attraverso dei dettagli inediti: «Non siamo ancora capaci di raccontarci quello che è successo in quei tre anni e io non avrei potuto tirare le cuoia prima di scriverlo».
L’evento è stato anche l’occasione per parlare del suo ultimo libro La guerra dei trent’anni. 1992-2022 Le inchieste, la rivoluzione mancata ed il passato che non passa.
L’autore si rivolge qui a un pubblico più adulto: «Gli storici concordano nella necessità di definire quella che è stata la storia nel 1994. Potete non avere la mia memoria, riversata in questo libro e nel precedente, ma ricorderete senza dubbio la sensazione di svolta e la sensazione che tutto sarebbe cambiato».
Nel libro viene analizzata l’inchiesta Mani Pulite e l’autore si interroga su che cosa sia stato veramente: rivoluzione giudiziaria o una guerra civile tra i poteri dello Stato? Nuovamente, una ricostruzione dello scandalo che travolse la scena politica che viene raccontata in un mix di analisi storica e ricordi personali.
Bilancio della serata
Soddisfatto della riuscita della serata il presidente della Fondazione, Gheller: «Chi fa cultura ha il dovere di confrontarsi con tutte le idee e con tutti i pensieri in modo da arricchire sempre maggiormente il proprio patrimonio culturale e per dare la possibilità a chi frequenta i nostri appuntamenti di dare colore alle proprie idee e ai propri pensieri».
Un confronto ampio e costruttivo: «L’augurio è quello di riuscire ad organizzare altri eventi di questo tipo, indipendentemente dallo schieramento e dalla provenienza del protagonista. Come fondazione abbiamo una visione molto laica della società e del mondo e dobbiamo analizzare ogni tematica indipendentemente dalla nostra visione singola, senza preconcetti e giudizi. Non bisogna necessariamente condividere tutto quello che viene detto ma è sempre un piacere confrontarsi con persone intelligenti. L’alternativa è il dogmatismo: non c’è democrazia senza scambio di idee e di pensiero».
Prossimi appuntamenti
Martedì 15 novembre si terrà una serata di dialogo tra la montagna calabrese e la montagna valdostana organizzato in collaborazione con l’assessorato alla Cultura. Appuntamento alle 18.30 al Conservatorio della Valle D’Aosta.
Giovedì 24 novembre alle 20.30 la Sala Conferenze della BCC Valdostana ospiterà un incontro sulla situazione delle donne in Iran con una pedagogista iraniana che vive in Italia da molti anni.
Venerdì 25 novembre si terrà un incontro insieme a Stephan Gal, che ha attraversato le alpi in armatura medievale per spiegare quanto all’epoca fosse complicato farlo, alle 18.30 alla Biblioteca comunale di Saint-Christophe.
Sabato 26 novembre si terrà la presentazione di un libro di Alessandro Perissinotto alle 20.30 alla Biblioteca comunale di Saint-Christophe.
(giulia calisti)