Omicidio Gilardi: chiesta l’archiviazione per il cold case di Senin
Secondo i pm Luca Ceccanti e Manlio D'Ambrosi, che avevano riaperto il caso nell'aprile 2021, dalle indagini non sono emersi elementi per sostenere l'accusa in giudizio
La Procura della Repubblica di Aosta ha chiesto al gip di archiviare il fascicolo relativo all’indagine sull’omicidio di Giuliano Gilardi, il 60enne ucciso il 27 dicembre 2011 nel suo alloggio nel borgo di Senin (Saint-Christophe).
Secondo i pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, che avevano riaperto il cold case nell’aprile 2021, dalle indagini condotte dai carabinieri non sono emersi elementi per sostenere l’accusa in giudizio.
Il principale indizio in mano agli inquirenti era una perizia svolta in incidente probatorio; per la genetista Sara Gino, incaricata dal gip del Tribunale di Aosta, il dna estrapolato nel 2012 dal chewing gum trovato nel letto di Gilardi era compatibile con quello di Salvatore Agostino (61 anni), uno dei quattro indagati dagli avvocati Gianfranco Sapia e Giuseppe Gallizzi.
Gli altri tre erano la compagna della vittima Cinzia Guizzetti (già indagata all’epoca dei fatti e archiviata nel 2014; difesa dall’avvocato Giacomo Francini), l’ex marito di quest’ultima Armando Mammoliti (avvocato Claudio Soro) e il pregiudicato Domenico Mammoliti (avvocato Antonino Laganà).
Giuliano Gilardi, 60enne in pensione, fu trovato morto la mattina del 27 dicembre 2011 all’interno del suo alloggio. A ucciderlo sette coltellate inferte da un omicida ancora senza nome.
Come si legge nella richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura il 13 dicembre 2013 (nella prima inchiesta era stata indagata solamente Guizzetti), Gilardi era stato «colpito violentemente al capo con un corpo contundente», riportando «la frattura delle ossa nasali». Poi la vittima era stata ferita «ripetutamente sulla schiena con sei coltellate» e, infine, il 60enne era stato raggiunto da un colpo mortale al petto. L’arma del delitto, però, non è mai stata trovata.
Alla luce della seconda richiesta di archiviazione che riguarda Guizzetti, l’avvocato Francini commenta: «Posso dire che me l’aspettavo a fronte delle difese svolte». All’epoca della prima inchiesta, infatti, il legale torinese era riuscito a smontare la tesi accusatoria (all’epoca era stato ipotizzato un movente passionale), tanto che anche il Riesame aveva rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura nei confronti della donna.
(f.d.)