‘ndrangheta e politica: archiviata l’inchiesta Egomnia sul voto di scambio
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, su richiesta della DDA, ha archiviato l'indagine sul presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018 da parte del Locale di 'ndrangheta aostano
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha archiviato l’inchiesta Egomnia sul presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018 da parte del Locale di ‘ndrangheta aostano.
La richiesta di archiviazione è datata 30 settembre, ma il decreto del gip non è ancora stato notificato alle otto persone che avevano ricevuto l’avviso di conclusione indagini. Si tratta dell’ex presidente della Regione Antonio Fosson, degli ex assessori Stefano Borrello e Laurent Viérin, dell’ex consigliere regionale Luca Bianchi e dell’attuale consigliere Renzo Testolin.
Con loro risultavano indagati il ristoratore Antonio Raso, l’operaio Roberto Alex Di Donato e il dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino; questi ultimi sono stati condannati in appello per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Geenna.
Politici e presunti membri del Locale di ‘ndrangheta erano accusati di scambio elettorale politico mafioso. Con l’archiviazione cade quindi la ricostruzione accusatoria per tutte le persone coinvolte.
Nel dicembre 2019, una volta trapelata la notizia del loro coinvolgimento in Egomnia, Fosson, Borrello, Viérin e Bianchi si erano dimessi dal Consiglio Valle. Il presidente era quindi diventato Testolin che, a differenza degli altri, non aveva ricevuto un avviso di garanzia. L’esponente unionista aveva scoperto di essere indagato solo nel marzo 2021, quando aveva ricevuto l’avviso di conclusione indagini.
I commenti
«Sono finiti tre anni di grande sofferenza – commenta l’ex presidente Antonio Fosson -. La giustizia e la verità hanno finalmente vinto. Io ho sempre avuto molta fiducia e voglio ringraziare chi mi è sempre stato vicino e ha creduto nella mia innocenza, oltre agli avvocati e alla mia famiglia. Io sapevo di non aver fatto nulla, quindi ero sereno».
Rispetto alle dimissioni da capo dell’Esecutivo regionale a causa dell’inchiesta, Fosson aggiunge: «Non voglio dire nulla, saranno le persone a fare eventuali valutazioni».
Si dice «contento» Luca Bianchi, «anche se sembra una cosa banale da dire». Aggiunge: «Io ho sempre respinto ogni accusa. Ero tranquillo con me stesso, però quello che hanno fatto patire a me, alla mia famiglia e a chi mi è vicino…All’epoca avevo fatto un ragionamento: se una Procura mi indaga per voto di scambio, per il rispetto che ho delle istituzioni e del movimento (l’Uv ndr) ho preferito dimettermi. Però, a fronte di quanto successo dopo, lascio che sia la gente a giudicare…anche quello che alcuni ex colleghi hanno detto in Consiglio regionale. Obiettivamente mi auguro che voi giornalisti utilizziate gli stessi toni e articoli che avete utilizzato ai tempi».
«Esprimo grande soddisfazione per questa archiviazione, chiesta peraltro dagli stessi magistrati, che pone fine ad una vicenda durata più di tre anni e che dimostra in modo definitivo la mia totale estraneità a questi fatti, come quella dei miei colleghi, a cui va il mio pensiero – commenta Laurent Viérin -. Un’archiviazione definitiva, inoltre, che sancisce la mia assoluta estraneità da mondi lontani anni luce dai miei valori, dalle mie idee e dai princìpi che hanno sempre contraddistinto la mia azione politica e amministrativa».
Viérin poi aggiunge: «Le contestazioni che oggi decadono completamente mi hanno profondamente toccato nel 2019, così come la copertura mediatica che ne è stata fatta, portandomi alle dimissioni per salvaguardare, in primis, le Istituzioni che rappresentavo, da ombre che si insinuavano ingiustamente». Dopo aver ringraziato la sua famiglia «che ha sofferto forse ancora più di me per questo fango che ho ricevuto ingiustamente», l’ex assessore regionale dice: «Voglio ringraziare anche le tantissime persone che mi sono state vicine, allora come oggi – come anche quelle che non lo sono state – profondamente convinto che oggi si apra una nuova fase della mia vita ed esperienza personale, come anche della politica regionale».
Renzo Testolin, invece, definisce la notizia «liberatoria», ma «resta il rammarico per la vicenda che mi ha coinvolto, mio malgrado, e ha pesato sulla mia famiglia e sul lavoro. La cosa mi ha riportato un po’ di serenità anche a livello amministrativo. Penso anche all’opinione pubblica, ora non c’è più l’ombra di questa vicenda».
Gli avvocati Gianfranco Sapia ed Elena Corgnier (difensori di Stefano Borrello), invece, esprimono «soddisfazione per l’archiviazione del procedimento. Eravamo certi che il nostro assistito fosse estraneo ad ogni reato. Stefano esprime grande sollievo e contentezza per la fine di questa vicenda, ma anche amarezza per il peso che ha avuto nella sua vita personale, famigliare e sociale. Dopo aver appreso di essere indagato, pur avendo sempre sostenuto con forza la totale estraneità a ogni fatto contestato, ha dato esempio di grande responsabilità civica, etica e politica, rassegnando, pur non essendo dovute, le proprie dimissioni. Oggi è un giorno lieto per la giustizia e il nostro assistito ci ha confermato, come già aveva dichiarato in Consiglio regionale nel dicembre 2019 all’atto delle dimissioni, la propria fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, e vuole ringraziare le propria famiglia e tutte le persone che in questi anni gli hanno manifestato sincera solidarietà, sostegno affetto e vicinanza»
La vicenda
L’inchiesta Egomnia – condotta dai carabinieri e coordinata dal pm Valerio Longi – era nata come una costola di Geenna, l’indagine sulla presenza di un Locale ad Aosta.
La ricostruzione degli inquirenti ruotava intorno al presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018 da parte del Locale di Aosta, la cui esistenza è stata certificata nei primi due gradi di giudizio di Geenna.
In pratica, riteneva la DDA, i politici avrebbero stretto accordi con esponenti dell’articolazione delocalizzata di ‘ndrangheta al fine di ottenere voti. In cambio, sempre secondo l’iniziale ricostruzione, avrebbero promesso ai presunti membri del Locale agevolazioni nei rapporti con l’attività amministrativa della Regione.
(f.d.)