Immigrazione: in calo la presenza di stranieri in Valle d’Aosta
Secondo il Dossier Statistico Immigrazione 2022, sono 8619 (al 31 dicembre 2021), cioè il 6,6% della popolazione
“In Valle d’Aosta il calo della presenza di immigrati è costante (-0,45%, un dato leggermente più contenuto rispetto al -0,9% del 2020) e, nonostante ciò che si dice, il tasso di immigrazione è indice di benessere, non il contrario. Il fatto che si attragga di meno è un segnale negativo”. Così William Bonapace, referente regionale Idos, durante l’incontro di presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2022.
Il documento offre un dettagliato ritratto dell’Italia e ovviamente anche del contesto regionale.
I dati
Secondo i dati raccolti (al 31 dicembre 2021) gli stranieri residenti in Valle d’Aosta sono 8619, cioè il 6,6% della popolazione, meno della metà del dato delle regioni nel nord ovest (11,2%).
Dal punto di vista anagrafico, un terzo degli immigrati è di età inferiore ai 29 anni (a fronte del 13% della popolazione Italiana) e solamente il 7,5% è over 65 (a fronte dell’11% degli italiani).
Il 63% è composto da cittadini extracomunitari, in gran parteprovenienti dall’Africa, mentre “la componente femminile è maggioritaria in Valle d’Aosta (54,8%) come nel resto d’Italia, in chiara contraddizione con l’idea diffusa di un’immigrazione composta quasi esclusivamente da uomini giovani”, sottolinea Bonapace.
Gli studenti stranieri nelle scuole sono il 6,7%, di cui solo il 24%nelle scuole superiori. Dal mercato del lavoro arrivano dati contraddittori. Da una parte le difficoltà economiche del periodo storico hanno avuto un impatto consistente sulla popolazione immigrata, che risulta avere un tasso di disoccupazione del 15,8% (rispetto al 6,5% degli italiani) con chiara prevalenza per le donne (59,6% rispetto al 48,8% per le donne italiane). D’altra parte la richiesta soprattutto negli ultimi mesi di lavoratori stagionali ha favorito l’accrescimento di assunzioni, “in aumento per gli stranieri del 10,6% e al contrario in diminuzione per gli italiani del 3% – spiega Dario Ceccarelli, Capo dell’Osservatorio economico e sociale della Valle d’Aosta – a testimonianza di come gli stranieri abbiano beneficiato un po’ più degli Italiani della ripresa del lavoro. I settori in cui gli immigrati sono maggiormente impegnati sono quelli dell’agricoltura(con un lavoratore immigrato su due complessivi), delle costruzioni (uno su quattro), servizio alloggi eristorazione (uno su cinque), noleggio, agenzie e supporto imprese (uno su cinque), personale domestico(uno su cinque)”.
L’immigrazione
L’incidenza della presenza straniera interviene anche nel settore demografico, “oltre almondo del lavoro anche nel numero della popolazione l’immigrazione è non solo un’opportunità, ma unanecessità. Dal 2015 la popolazione diminuisce e i movimenti migratori hanno compensato una tendenza diinvecchiamento e di flessione in realtà già presente dagli anni 70. Se si sta bene si attraggono persone,quando invece va male le persone non arrivano – continua Ceccarelli – anche se per spiegare parzialmente il calo si devono citare le nuove cittadinanze (più di 400 nell’ultimo anno) che vengono certificate annualmente. Sono cittadini non più conteggiati come stranieri, ma che rimangono presenti dopo averscelto un progetto di vita, testimonianza di radicamento e legame con il territorio”.
La Valle d’Aosta resta però la regione in cui si accoglie di meno. “La Valle ha una percentuale inferiore allo 0,1%. Basta pensare alle cifre di regioni vicine (Piemonte con il 9,2%) o di regioni piccole, ma più povere come il Molise (dieci volte la percentuale valdostana), per comprendere come i dati siano oggettivamente bassi”, spiega Bonapace.
Dal 31 dicembre 2021 sono giunte complessivamente 447 persone in fuga dall’Ucraina.
Al 30 giugno le persone accolte erano 68 (40 nei Cas e 28 nel Sai), 11 in meno rispetto all’anno precedente.
(Luca Mauro Melloni)