Cogne, nessuna strada nel Vallone del Grauson!
Lo chiede il Comitato Salviamo il Vallone del Grauson che lancia una petizione su Change.org, ma lo assicura pure l'amministrazione comunale
La vicenda che riguarda il Vallone del Grauson e la realizzazione di una strada poderale risale a quasi una ventina di anni fa, e da qualche giorno è tornata all’onore delle cronache per la petizione lanciata su change.org – che ha superato le 5.100 firme- da un gruppo di persone, abitanti e turisti, intenzionati a fare in modo che il lunghissimo vallone del Grauson rimanga intatto.
La petizione
«Uno dei valloni incontaminati della valle di Cogne corre il rischio di essere compromesso dalla costruzione di una strada» scrive il comitato nella premessa della petizione.
«Le lettere di richiesta di concessione della servitù sono già state inviate ai proprietari dei terreni su cui è previsto il passaggio ed è quindi urgente intervenire. Il comitato Salviamo il Vallone di Grauson si oppone all’azione di Comune e Consorzio di Miglioramento Fondiario e chiede che:
- ogni progetto che possa favorire il passaggio di mezzi motorizzati, a partire dal Pian della Cretetta, venga bloccato e cancellato
- l’intera area, già classificata come Sito di Interesse Comunitario, venga considerata a tutti gli effetti area di grande interesse naturalistico
- si provveda a un adeguato controllo del territorio e tutela di un patrimonio comune».
La posizione del Comune
Il sindaco Franco Allera allarga le braccia: «è un gruppo di persone che da oltre dieci anni insiste su questa cosa, ma non è proprio come dicono perché il Comune non ha nessuna intenzione di costruire una strada lì, anzi!».
«Ci siamo espressi ufficialmente con una delibera di giunta del 29 gennaio 2021 -che riprende l’atto precedente del 2019-, decidendo, all’unanimità, di non autorizzare il prolungamento di una strada poderale sino al mayen di Ecloseur ma di nulla ostare alla realizzazione di una pista trattorabile a fini esclusivamente agricoli oltre che alle manutenzioni della centralina idroelettrica» dice Allera.
Nella delibera l’amministrazione comunale decide di «confermare la pubblica utilità a fini agricoli di un percorso trattorabile, sia in senso generale che sui terreni di propria proprietà, sia lungo il tracciato della condotta che seguendo il tracciato dell’ex pista di cantiere» ma di «regolamentare l’accesso alla pista mediante autorizzazione comunale da rilasciarsi esclusivamente agli aventi diritto e posizionamento di una sbarra (riutilizzando quella esistente) nei pressi del mayen di “Pulion”».
Il sindaco precisa, il fermo no a una poderale: «la strada poderale sarebbe percorribile da tutti coloro che hanno una proprietà in quel vallone, e praticamente ogni abitante di Cogne ne ha un pezzetto! Vogliamo evitare che il fondo del vallone diventi un posteggio per chi vuole accorciare e andare al rifugio, per esempio, siamo assolutamente contrari a questo».
«Diverso invece il discorso per la pista trattorabile, non possiamo impedire a chi coltiva -un tempo c’era un campo di patate-, o intende fare lavori ai mayen di raggiungere i luoghi in modo regolamentato, come già in altre zone di Cogne, con dei piccoli mezzi».
«Il Consorzio ha ricevuto la richiesta da un gruppo di persone – aggiunge Allera – di ripristinare la trattorabile che già c’era quando hanno costruito l’impianto idroelettrico, poi cancellata e chiusa da un muro».
«La nostra posizione è questa e non è cambiata, ai tempi del sindaco Osvaldo Ruffier c’era stata un’altra raccolta firme e allora erano molti di più i favorevoli alla realizzazione della strada, ora sono molti meno» conclude il sindaco.
Nelle premesse della delibera si sottolinea come l’amministrazione comunale
- favorisce da sempre lo sviluppo agricolo sul proprio territorio in quanto presupposto per il mantenimento dello stesso sia sotto il punto di vista paesaggistico che di prevenzione dei dissesti idrogeologici;
- è conscia che al giorno d’oggi non sia più possibile coltivare i fondi agricoli senza l’ausilio di mezzi meccanici e pertanto della necessità di far transitare sui fondi stessi delle piste trattorabili per accedere ai fondi agricoli interclusi, anche se non classificate propriamente come strade interpoderali e come già presenti su quasi tutto il territorio Comunale (vedi Cogne prati di St Orso, Gimillan Le Mottes, Azienda agricola Garin, Azienda agricola Arpisson Lillaz ecc.)
- ritiene che il mantenimento dell’esistente strada poderale fino al mayen di “Pulion” sia stato un difficile compromesso tra le due anime di Gimillan che volevano e non volevano la strada;
- ritiene altresì che il Pian della Cretettaz abbia una particolare valenza paesaggistica essendo situato ai margini di una zona tutelata SIC ZPS;
- condivide il timore che una strada poderale fino ai mayen di Ecloseur rischierebbe di creare nella zona antistante le case una zona parcheggio di autoveicoli per tutti coloro che a vario titolo posseggono quote di comproprietà nel vallone del Grauson e che sarebbero autorizzati a percorrerla ai sensi della Legge regionale 22 aprile 1985, n. 17;
- è proprietaria con il consorzio di miglioramento fondiario Pre de St. Ours della condotta irrigua e delle vasche di carico del pian della Cretettaz, con necessità di percorre seppur saltuariamente l’ex pista di cantiere per effettuare le necessari manutenzioni.
Il Comitato
Il Comitato per la salvaguardia del Vallone del Grauson nasce proprio in concomitanza con l’avvio del progetto di realizzazione dell’impianto idroelettrico con l’opera di presa alla base delle cascate di Pila, nel 2004.
Fu costruita la pista temporanea di cantiere e arrivarono allora le prime richieste affinché la pista diventasse una strada poderale permanente.
Inizia qui la lotta del Comitato che si oppone a questa trasformazione.
«Nel settembre 2009 a seguito di un sopralluogo al quale partecipano i principali rappresentanti degli assessorati ambiente e agricoltura, il presidente del Consorzio di miglioramento fondiario, e membri del comitato, con nuova delibera regionale viene approvato il cambio di destinazione d’uso da pista di cantiere a strada poderale per il tratto iniziale di circa 1 km» ricostruisce il comitato sulla sua pagina Facebook.
«Nella delibera viene opportunamente richiesto che l’interruzione della strada coincida con il ripristino del muro pre-esistente in prossimità dell’arrivo al pianoro denominato Pian Cretettaz. La scelta consente così di favorire il raggiungimento con mezzi agricoli dei prati irrigui posti alle quote più elevate. Oltre questa sezione si hanno solo pascoli, aree del territorio per il cui utilizzo non si sono mai previsti il taglio dell’erba e l’irrigazione. Dopo questa decisione, vengono ultimati i lavori e ripristinato il muro al termine della pista».
«Abbiamo così ad oggi un tratto di strada poderale, disciplinata dalla legge regionale 22 aprile 1985, n. 17, attrezzata con il suo tipico cartello di divieto di accesso ai non autorizzati e una “simbolica” sbarra di chiusura costantemente aperta. Sono autorizzati al transito tutti coloro che sono proprietari, usufruttuari o conduttori di terreni o alpeggi, i loro famigliari o ospiti!» aggiunge amaramente il comitato.
La lotta del Comitato non si è mai fermata rinnovando di quando in quando l’attenzione sui social alla causa.
Lo scatto in avanti degli ultimi giorni è dovuto, secondo il comitato, all’invio delle lettere di richiesta di concessione della servitù ai proprietari dei terreni su cui è previsto il passaggio, ma secondo Allera «non ci sono novità».
(erika david)