Il miglior bar al mondo? È a Barcellona e ci lavorano 2 giovani valdostani
Gabriele Armani, 22 anni di Gaby, lavora al 'Paradiso' da tre anni; Mattia Mion, 23 anni di Gressan è arrivato un anno fa.
Il miglior bar al mondo? È a Barcellona e ci lavorano 2 giovani valdostani.
C’è lo ‘zampino’ di due valdostani nel successo del Paradiso di Barcellona, decretato miglior bar al mondo, ieri sera nella cerimonia che si è tenuta nella cosmopolita capitale della Catalogna.
Si tratta di Gabriele Armani, 22 anni, già talentuoso studente della Fondazione per la Formazione professionale turistica di Châtillon che lavora al Paradiso da oltre tre anni – attualmente bar supervisor e di Mattia Mion, 23 anni, bartender che lavora al Paradiso da poco più di un anno, dopo una discreta esperienza maturata tra le stagioni invernali in Valle d’Aosta e quelle estive in Sardegna.
Ieri sera, martedì 4 ottobre, a Barcellona, si è tenuta la premiazione della 14ª edizione del The World’s Best Bar 2022, la competizione che ha decretato il bar di Giacomo Giannotti e della moglie Margarita Sader, il migliore d’Europa e il migliore al mondo.
Si tratta di un cocktail bar e tapas nel centro di Barcellona, nella zona più affollata di turisti, nel quartiere di El Born.
Lo scorso anno, il Paradiso aveva guadagnato un onorevole terzo posto.
Non solo i cocktail sono oggetto di valutazione, ma anche il servizio, l’ospitalità, l’innovazione, la creatività e il divertimento offerto ai clienti.
Gabriele Armani, a Barcellona da tre anni
Gabriele Armani è ancora emozionato.
«Sono emozionato, dopo il terzo posto dello scorso anno siamo primi in Europa e primi al mondo, è una soddisfazione indescrivibile».
Gabriele è arrivato al Paradiso dopo uno stage.
«Grazie al professor Victor Vicquéry, ho trascorso qui uno stage una volta finita la scuola – spiega Gabriele.
Poi mi hanno chiesto di rimanere ed eccomi qui.
Ho iniziato al Paradiso con una sana gavetta, lavando i bicchieri.
Oggi sono bar supervisor insieme a Gianluca e Federico. Mi occupo ancora della preparazione dei cocktail e dirigo i cocktail in uscita al pass, un lavoro di squadra molto stimolante».
Gabriele – residente a Gaby e con un pezzo di cuore a Fontainemore, dove è cresciuto – ha parole di gratitudine per la Fondazione per la Formazione professionale turistica di Châtillon, dove ha studiato e si è formato e dove si era messo in evidenza, conseguendo numerosi riconoscimenti e spiccando nel cooperativismo scolastico.
Nomina con affetto e gratitudine anche il suo professore di sala, Victor Vicquéry.
«Senza lo stage post diploma non avrei mai potuto iniziare a lavorare a 18 anni in un posto come questo» – ammette.
Al Paradiso, il cocktail non è un bicchiere da seduti.
«Un concetto superato. Al Paradiso si vive un’esperienza. Badiamo al servizio, all’ospitalità e naturalmente alla nostra lista di cocktail.
Ogni cocktail ha un’idea, una decorazione, i bicchieri sono pezzi fatti a mano dagli artigiani.
Non è un bicchiere fine a se stesso. Non è uno slogan, è proprio così» – conclude Gabriele.
Mattia Mion, da un anno al Paradiso
Al Paradiso, nel quartiere El Born, da un anno lavora anche Mattia Mion, 23 anni di Gressan che conferma le parole di Armani.
Studente al liceo artistico, Mattia ha frequentato un corso a Milano dell’European Bartender School e ha iniziato a lavorare come bartender.
«Ho lavorato durante le stagioni invernali in Valle e ho trascorso quasi tutte le estati in Sardegna.
Proprio a conclusione di una stagione estiva, grazie al professor Victor Vicquéry sono arrivato qui al Paradiso.
Ho sostenuto il colloquio on line con Giacomo Giannotti e venti giorni dopo ero al lavoro.
Ho iniziato anche io lavando i bicchieri; ora sono bartender e sono molto soddisfatto.
Nel mio lavoro, qui, non c’è nulla di basico.
La bellezza sta proprio nei particolari, nella creatività e nel lavoro di squadra.
Questo premio è davvero una soddisfazione enorme».
Nella foto in alto, una parte dello staff del Paradiso alla momento della proclamazione del successo.
(cinzia timpano)