Operaio morto ad Allein: assolto il datore di lavoro, «il fatto non sussiste»
Il giudice monocratico ha stabilito la totale assenza di responsabilità penali in capo ad Alberto Sale (53enne di Milano) per l'incidente in cui perse la vita Claudio Luigi Campi
Assoluzione perché «il fatto non sussiste». Si è chiuso così, venerdì 30 settembre, il processo che vedeva imputato per omicidio colposo Alberto Sale, 53enne di Milano. Il dispositivo della sentenza è stato letto in aula dal giudice monocratico Marco Tornatore.
L’uomo – difeso dagli avvocati Maurizio Santelli e Francesco Poggi (entrambi del Foro di Milano) – era finito a processo in quanto datore di lavoro di Claudio Luigi Campi, 46enne di Ceriano Laghetto (Monza Brianza).
I fatti
L’operaio aveva perso la vita il 4 settembre 2020 precipitando nella vasca di una centrale idroelettrica ad Allein. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dagli ispettori dello Spresal, Campi stava lavorando sullo sgrigliatore (macchinario utile a tenere pulite le griglie da eventuali detriti), quando una parte mobile della macchina lo ha urtato, facendolo cadere.
L’accusa
La morte di Campi «è stata la concretizzazione di un rischio che non era stato valutato dal datore di lavoro», ha detto durante la requisitoria il pm Francesco Pizzato, che aveva chiesto la condanna dell’imputato a 6 mesi e 10 giorni.
Per la Procura di Aosta, a causare la caduta fatale dell’operaio sono stati due elementi. L’operatore, che stava sostituendo la guarnizione di un macchinario, non «stava lavorando in sicurezza (nel senso che non era legato ndr)» e la parte mobile della macchina che lo ha colpito «non era stata vincolata con delle funi». Per questi motivi, ha precisato il magistrato in aula, «c’è una correlazione tra l’evento morte e il riscontrato mancato rispetto delle norme di sicurezza».
In aggiunta, «per quel tipo di intervento erano necessari due operai esperti, ma quel giorno era presente solo la parte offesa, che si era fatta aiutare da un soggetto privo di formazione per quel tipo di lavori».
Sempre per l’accusa, comunque, corrisponde al vero il fatto che «la condotta di Campi è stata imprudente, ma questo non basta a escludere la responsabilità del datore di lavoro – ha aggiunto Pizzato -, perché si è concretizzato un rischio che non era stato valutato».
Infatti, ritiene la Procura, «non era stato redatto un piano operativo di sicurezza completo» e nemmeno un altro documento per definire le modalità «di manutenzione di quel macchinario».
Il processo
Una ricostruzione respinta dagli avvocati difensori nel corso di un’articolata arringa. E la versione dei legali, evidentemente, è stata almeno in parte accolta dal giudice, che ha assolto Sale.
Le motivazioni sono attese entro 60 giorni.
(f.d.)