Materiale di Charlie Chaplin sequestrato al Gran San Bernardo: due indagati
La normativa prevede che, prima di spostare beni di interesse artistico e storico, è necessario chiedere l'attestato di libera circolazione; ma l'autorizzazione, in questo caso, per la Procura non era stata richiesta
Alcune pellicole e diversa corrispondenza riconducibile a Charlie Chaplin sono state poste sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Aosta. Il materiale, contenuto in 49 scatoloni a bordo di un furgone, era stato bloccato al Traforo del Gran San Bernardo, al confine con la Svizzera.
Il motivo? La normativa prevede che, prima di spostare beni di questo tipo (di interesse artistico e storico) è necessario chiedere l’attestato di libera circolazione. Ma l’autorizzazione, in questo caso, per la Procura non era stata richiesta.
Le indagini
Per questo motivo, il sostituto procuratore Giovanni Roteglia ha iscritto due persone nel registro degli indagati per aver violato l’articolo del codice penale che regola le modalità di trasferimento di opere d’arte e beni culturali all’estero. Si tratta dell’uomo che guidava il veicolo e del dirigente che si occupava dei beni in questione.
Quel materiale riconducibile al cineasta del Novecento – hanno accertato gli inquirenti – è comunque di provenienza lecita. La documentazione, infatti, appartiene a un cittadino francese legato a una società che gestisce i diritti di Chaplin ed era stata prestata alla Cineteca di Bologna per un progetto.
E proprio dall’Emilia-Romagna sarebbe partito il mezzo fermato al Traforo. Alla luce degli elementi emersi dall’inchiesta (ancora aperta), la vicenda sembrerebbe essere legata a un errore nell’organizzazione del trasporto.
(f.d.)