Châtillon, strutture realizzate in area a rischio: 6 indagati
Per la difesa, però, «si tratta di una vicenda molto complicata e noi faremo la nostra parte in sede processuale. Abbiamo già avviato l'iter per la sanatoria»
Una struttura sarebbe stata realizzata in parziale difformità rispetto al progetto, mentre altre – più piccole – sarebbero abusive. Per questo motivo, la Procura della Repubblica di Aosta ha notificato l’avviso di conclusione indagini a sei persone.
L’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Roteglia riguarda l’area denominata “Lago Movida” di Châtillon, zona che il comune aveva dato in gestione nel 2018 (il contratto scade a fine 2022).
La difesa
«Si tratta di una vicenda molto complicata e noi faremo la nostra parte in sede processuale, cercando di definire in modo chiaro il tutto – afferma l’avvocato Gabriel Oggiani, che difende committente (Giuseppe Lucia) e gestore dell’area (Michel Lucia) -. Già la disciplina non è semplice, in più si tratta di un’area comunale che è stata data in gestione, all’esito di una gara, ai Lucia. Loro sono un po’ giù per questa vicenda, anche perché la struttura principale è stata realizzata con un’autorizzazione del comune. Poi, però, dopo alcuni anni, è arrivata un’ordinanza di demolizione. Noi abbiamo quindi presentato la documentazione in Comune per chiedere una sanatoria, anche se secondo me non c’è nulla che non va. L’iter è ancora in corso, ma è chiaro che qualora arrivasse la sanatoria, il reato contestato sarebbe estinto».
L’accusa
Secondo la ricostruzione della Procura la zona in cui sono state realizzate le strutture è a rischio esondazione (vi era stato inserito a seguito dell’alluvione del 2000), quindi in ogni caso non sarebbe stato possibile costruire; le realizzazioni consentite erano solo quelle previste da una norma del 2005. Sempre per l’accusa, però, gli uffici pubblici avrebbero dato il via libera alla realizzazione dell’immobile per cui era stata chiesta l’autorizzazione, anche se il progetto era diverso da quelli previsti dalla normativa citata.
Oltre ai due già citati, risultano indagati il costruttore, il direttore dei lavori, un dipendente del Comune di Châtillon (che ha gestito la pratica) e uno della struttura regionale (che ha fornito un parere al Comune). Per la Procura, i due dipendenti pubblici potrebbero aver interpretato male la norma del 2005; la contestazione, infatti, si basa sull’elemento soggettivo della colpa (e non del dolo).
Le indagini del Corpo forestale erano partite nell’ottobre 2021.
(f.d.)