Indebita percezione di contributi per i pascoli: arrestato
Un impiegato dell'Assessorato regionale all'Agricoltura (titolare di un'azienda che si occupa di zootecnia) è finito ai domiciliari; le indagini sono state sviluppate dalla guardia di finanza
Avrebbe percepito indebitamente contributi pubblici per la gestione di un alpeggio. Con questa accusa, Donato Orsières (54 anni, di Saint-Denis), impiegato forestale dell’Assessorato regionale all’Agricoltura (titolare di un’azienda che si occupa di zootecnia), è stato arrestato dalla guardia di finanza.
Il provvedimento (gli arresti domiciliari) è stato disposto dal gip del Tribunale di Aosta, che ha accolto la richiesta avanzata dall’Ufficio della Procura europea; si tratta della prima misura cautelare eseguita in Valle d’Aosta su input dell’ufficio di Torino.
La vicenda
L’uomo è «sospettato di aver presentato al proprio ufficio (sottoscrivendole anche in ricezione) specifiche richieste di contribuzione in materia di pascoli, indicando falsamente di aver condotto e pascolato un alpeggio sito nella bassa Valle d’Aosta (a Pontey) tra il 2020 e il 2021». In questo modo, sempre secondo l’accusa, avrebbe percepito indebitamente circa 15 mila euro dall’Unione europea nell’ambito della PAC.
A rendere “indebita” la percezione degli aiuti agli occhi di chi indaga c’è il fatto che Orsières non avrebbe «frequentato nemmeno saltuariamente» quei pascoli. In realtà, sempre secondo gli inquirenti, le zone sarebbero state pascolate da altri allevatori che non sono risultati avere rapporti di assunzione o contrattuali di alcun tipo con l’indagato. Il problema? Secondo la legge, per percepire gli aiuti è necessario portare i propri capi di bestiame in alpeggio.
Le attività di indagine – svolte dagli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza di Aosta, congiuntamente al personale del Corpo Forestale della Valle d’Aosta – si basano su intercettazioni telefoniche, captazioni ambientali, audizioni di persone informate sui fatti e acquisizione e analisi di copiosa documentazione.
Le indagini
Ma non è tutto, perché l’arrestato risulta indagato (ma in questo caso non sottoposto a misura cautelare) anche «per essersi indebitamente assentato dal proprio posto di lavoro pubblico per 83 ore nei soli mesi di febbraio e marzo 2022».
(f.d.)