Vendita castello di Introd, la Procura: «Nessun reato»
Le indagini erano partite a seguito di una segnalazione presentata dalla Regione
Nessun reato è stato commesso. Si chiude così l’inchiesta della Procura della Repubblica di Aosta sulla compravendita (mai andata in porto) del castello di Introd. Le indagini era partite a seguito di una segnalazione presentata agli inquirenti di via Ollietti dalla Regione.
Come da prassi in questi casi, la Procura aveva aperto un fascicolo Modello 45, cioè senza indagati e ipotesi di reato.
La segnalazione
Nella segnalazione, l’Avvocatura regionale aveva messo sotto la lente di ingrandimento un atto di compravendita “sottoposta a condizione sospensiva” siglato il 10 marzo scorso dai proprietari del castello (la famiglia Caracciolo) e da una società milanese che si occupa di mediazione immobiliare.
Nel documento si faceva riferimento alla vendita del castello per 4,8 milioni di euro, «somma che la parte acquirente si obbliga a versare alla parte venditrice integralmente senza aggravio di interessi, una volta verificatesi le condizioni sospensive cui è sottoposto il presente atto». Quali? In primis il mancato esercizio della prelazione da parte della Regione.
Le condizioni sospensive
Ma era presente anche una «ulteriore condizione sospensiva»: l’acquirente doveva pagare (almeno una determinata somma) entro il 29 luglio 2022, altrimenti l’accordo non sarebbe stato più efficace.
Non solo: la segnalazione della Regione portava all’attenzione degli inquirenti anche una Pec con cui i proprietari del Castello invitavano la Regione a manifestare la propria volontà riguardo al diritto di prelazione entro il 10 maggio 2021.
Dalle verifiche della Procura, comunque, non sono emersi reati.
(f.d.)