Chambave: don Luciano Perron va in pensione e i parrocchiani lo ringraziano per i 55 anni di ministero
Il parroco continuerà ad abitare l’alloggio che è stato suo per tutta la lunga carriera
Chambave: don Luciano Perron va in pensione e i parrocchiani lo ringraziano per i 55 anni di ministero.
Per l’ultima messa domenicale, celebrata il 28 agosto, don Luciano Perron ha ricevuto dalle mani del sindaco Marco Vesan una targa, antipasto della grande festa che il paese celebrerà il 2 ottobre in omaggio ai 97 anni del parroco.
Il commiato
Così nel suo discorso il primo cittadino: «Abbiamo avuto il privilegio di aver vissuto il tuo Ministero in questa Parrocchia per 55 anni! Sembra ieri… In questo tempo ci hai insegnato l’importanza delle relazioni tra le persone, delle relazioni vere, autentiche che arricchiscono chi le costruisce e chi le sperimenta e che si alimentano attraverso gesti semplici. Ognuno di noi conserverà di te un ricordo tutto suo, particolare, unico, personale, così come particolare, unico e personale è stato il suo rapporto con te. Ognuno di noi ti ha conosciuto e “vissuto” a modo suo, a volte anche in conflitto, con le tue ragioni o con il tuo modo di fare, ma comunque portandoti tanto affetto. La tua solarità, il tuo umorismo e la tua disponibilità sono caratteristiche che ti contraddistinguono e che hai saputo trasmettere a tutti noi. Ci mancherà il tuo disarmante sorriso, la brillantezza dei tuoi occhi, vero specchio della tua anima; ci mancherà il tuo modo di far sentire importanti, e mai inadeguati, gli ultimi; ci mancherà la tua coerenza, insegnamento ed esempio più efficace per tutti».
La storia
A 72 anni dalla sua ordinazione, si è conclusa l’onorata carriera di don Luciano Perron che, dopo gite con i suoi fedeli parrocchiani e indimenticabili aneddoti da raccontare, ha passato il testimone della chiesa di Chambave a don Andrea Marcoz.
La sua è una vocazione nata quasi naturalmente in famiglia. Mamma e papà, molto devoti, lo hanno indirizzato. Ordinato sacerdote il 25 giugno del lontano 1950 a Valtournenche assieme ad altri 3 giovani del paese, dopo un breve periodo di soli 3 anni come vice parroco della cattedrale di Aosta (foto), don Luciano diviene dapprima parroco di Émarèse e successivamente insegnante di religione nelle scuole secondarie di Châtillon e Nus, dove resta per quasi 30 anni.
«Nel novembre del 1967 il vescovo mi ha infine affidato la parrocchia di Chambave, che da 55 anni amministro dedicandole passione e amore come se fosse la mia stessa famiglia – ha raccontato il parroco che dal 1995 si occupa anche della parrocchia di Saint-Denis -. Per 30 anni non ho mai mancato di proporre ai miei fedeli gite in tutta l’Europa, dalla Grecia all’Inghilterra, dalla Spagna al Portogallo, le quali hanno avuto la capacità di avvicinare all’ambiente parrocchiale anche i non praticanti creando sinergia tra tutti i credenti».
Dal prossimo settembre, la parrocchia di Chambave così come quelle di Diemoz, Pontey e Saint-Denis andranno a fare capo alla parrocchia maggiore di Châtillon, ma don Luciano potrà continuare ad abitare l’alloggio che è stato suo per tutta la lunga carriera aiutando chi lo sostituirà a conoscere e apprezzare la comunità che lo ha accolto.
I ricordi
«Ho vissuto tanti bei momenti in questi anni, stringendo forti legami con chiunque grazie alla mia volontà di espormi e parlare liberamente senza mai giudicare nessuno e cercando invece di venire incontro alle esigenze di tutti – ha proseguito don Luciano, che il prossimo ottobre raggiungerà il traguardo dei 97 anni -. Mentre il gruppo della cantoria mi ha accompagnato lungo tutta la mia carriera unendosi alla banda musicale del paese durante le funzioni e le processioni più solenni, ricordo con piacere come anche il gruppo degli Alpini mi abbia affiancato nell’allestimento di 5 missioni parrocchiali».
In stretta collaborazione con la Pro loco del paese per la creazione di varie attività nonché a pieno supporto delle squadre locali di tsan e roulette, molti dei sorrisi e dei pensieri di don Luciano sono rivolti in modo particolare ai giovani parrocchiani incontrati nel tempo e molti dei quali ha battezzato.
«Rammento periodi bui nei quali purtroppo ho dovuto dire addio a persone a me molto care e votate al bene e alle attività della parrocchia, alcune delle quali hanno dovuto salutare troppo presto questa vita dedicata alla fede – ha concluso il sacerdote -. Tutti i volti dei fedeli che ho potuto conoscere durante questi 72 anni sono impressi nelle mie memorie sotto forma dei preziosi ricordi che alimenteranno di felicità e soddisfazione questi miei ultimi anni». Ricorda poi con rammarico come oggi manchino le famiglie e l’individualismo dilaghi. La sua speranza è che si torni a essere più uniti.
(Giorgia Gambino)