Nus, l’addio straziante a René Martinetti: «Il nostro dolore è consolazione per altri»
Lo ha detto lo zio don Albertinelli, riferendosi agli organi donati nell'omelia che salveranno vite
Nus: l’addio straziante a René Martinetti, 11 anni, nella chiesa di Sant’Ilario
Lo zio don Albertinelli, riferendosi agli organi donati del giovane, ha detto: «Il nostro dolore è consolazione per altri».
La cerimonia
Una folla ha accolto, sul sagrato della chiesa di Sant’Ilario, la bara bianca di René Martinetti, adornata da un cuscino di rose bianche e girasoli. Il ragazzo, 11 anni, è morto al Regina Margherita di Torino nel giorno dell’Assunta dopo un incidente stradale a Montjovet a causa di un trauma cranico.
A celebrare i funerali, nella chiesa gremita, il cui silenzio è rotto dai singhiozzi dei compagni di squadra Esordienti dell’Aosta Calcio 511, don Giuliano Albertinelli, zio del ragazzo, che, con la voce rotta dalla commozione ha ricordato il nipote.
Dio non castiga
«Il nostro Dio non toglie il dolore ma ci consola e abita il nostro dolore, non ci aiuta semplicemente a sopportarlo ma a portarlo. Bisogna ringraziare il Signore non è facile, non è semplice, è straziante. La fede è un grande sostegno. Bisogna dire grazie per gli undici anni che è rimasto con noi e perché il nostro pianto e il nostro dolore per qualcun’altro in questo momento è gioia e consolazione. Mia sorella e Massimo hanno donato gli organi e dunque il nostro dolore è consolazione per altri. Ci sono in questo momento delle famiglie che stanno sicuramente pregando per il nostro piccolo. Gli organi di René permetteranno ai loro bimbi o bimbe di vivere la loro vita. Dio non castiga. Mi sono detto che Dio ha visto che noi avevamo maggiore forza e capacità di vivere questo dolore. Forse quei genitori non avrebbero avuto la forza di sopportare il lutto. Questo deve essere consolazione. Vivere la fede vuole dire questo».
(d.c.)