Aosta: Consiglio comunale a difesa del Convitto, ma Area Democratica si astiene
Approvata con l'astensione di Diego Foti e Luciano Boccazzi una mozione che impegna il governo cittadino a interloquire con la Regione per trovare una quadra sul caso voucher
Entra in gioco anche il consiglio comunale di Aosta nell’affaire Convitto Federico Chabod, e lo fa con una mozione firmata da tutti i capigruppo, nella quale l’assemblea di piazza Chanoux si prende l’impegno di intervenire nei confronti della Regione. Il tutto con l’astensione dei consiglieri di Area Democratica, Diego Foti e Luciano Boccazzi.
Gli impegni
La mozione approvata, nata dalla “fusione” tra l’ordine del giorno di Forza Italia e l’originale mozione di Renaissance, infatti, impegna, per prima cosa, il governo comunale a «interloquire con la Regione in merito al futuro del Convitto Federico Chabod», vista l’importanza fondamentale della struttura, anche per la città di Aosta.
In seconda battuta, la Giunta si impegna a «portare all’attenzione generale la necessità di un rinnovato rilancio del Convitto, attraverso un più ampio quadro di interventi a favore delle giovani generazioni e delle famiglie maggiormente in difficoltà».
In ultimo, ecco l’impegno a portare in commissione gli assessori regionali competenti, ossia Luciano Caveri e Roberto Barmasse.
La polemica
La polemica nata intorno al Convitto, riguarda la delibera regionale 661, che in pratica ha previsto un taglio (si parla di circa 30 mila euro), in materia di erogazione dei voucher per la frequenza dei convitti per il prossimo anno scolastico.
Questo, di fatto, ha escluso gli alunni della primaria del Convitto (istituzione scolastica San Francesco) in qualità di semi-convittori, dando loro la possibilità di aderire ai servizi di dopo scuola presenti nel Comune di Aosta e spingendo anche lo stesso Convitto ad accreditarsi per tale servizio.
A tutto ciò, poi, si aggiungono le presunte carenze di personale non docente, le difficoltà nel reclutamento di personale educativo e l’esclusione di alcuni educatori dalle graduatorie (per questioni legate alle classi di laurea).
Forza Italia
Ad aprire la discussione, Paolo Laurencet di Forza Italia, che ha evidenziato come il Convitto «punto di riferimento importante e solido per numerose famiglie», sia stato di fatto «comparato a un doposcuola», nonostante negli anni abbiamo fornito «grande sostegno, anche dal punto di vista sociale, alle famiglie più fragili».
Per Laurencet, invece, l’amministrazione regionale «vuole razionalizzare i costi ed esternalizzare alcuni servizi», creando «grande preoccupazione».
Renaissance
Ci è andato deciso Giovanni Girardini, capogruppo di Renaissance.
«Stiamo ascoltando la favola di Luciano, Bertoldino e Cacasenno – ha ironizzato Girardini -, con l’assessore (Caveri ndr.) che si diverte a fare un caos dopo l’altro».
Secondo Girardini, infatti, la delibera 661 non solo «non risponde alle esigenze delle famiglie», ma anzi «tira una martellata alle famiglie bisognose dei servizi del Convitto», riducendolo a «a doposcuola».
Trovata «vergognosa» l’idea della Regione di parlare di «voucher a posteriori», Girardini si è chiesto se «in Regione vivono sulla Luna», non rendendosi conto delle esigenze di famiglie con uno stipendio normale costrette ad «anticipare la retta», per poi ricevere «forse un voucher di 800 euro a fronte di una spesa di oltre 1.200. Questa delibera è vergognosa, stupida e manca di rispetto alle famiglie».
Il sindaco
Evidenziato «il valore del Convitto, fatto di una comunità educante che concorda sul tipo di presa in cura dei ragazzi», il sindaco Gianni Nuti ha sottolineato «la portata del tema» e ha rivelato le interlocuzioni già avvenute «con i soggetti in gioco».
Secondo il primo cittadino non «è automatico» che il sostegno per tramite dei voucher faccia «scadere il servizio o lo faccia omologare a un normale doposcuola», e a quanto pare «non ci risulta la volontà di smantellare un modello».
Considerata come «anticipabile» la somma poi rimborsata dai voucher, il primo cittadino ha espresso la necessità di «trovare strumenti più adatti perché la formula sia compatibile con le esigenze delle famiglie»
E per questo ha chiesto l’appoggio «condiviso di tutto il Consiglio, perché nulla è perduto».
Lega
Ha espresso «crescente preoccupazione» il consigliere del Carroccio, Bruno Giordano, che ha allargato il tema all’istruzione e alla cultura.
«Ogni euro investito sui giovani è un investimento che consente di risparmiare dieci volte tanto nella fase adulta – ha sottolineato -. Siamo gli ultimi della classe per tasso di scolarizzazione e comunque si tagliano i fondi. Poi ci si chiede perché non si facciano più figli».
Giordano ha lasciato poi pendente una domanda.
«Si parla di allargamento del Convitto – ha concluso -, ma se manca il sostegno economico per la didattica già ora, cosa rimarrà una volta allargato»?
L’assessora alle Politiche sociali
«A oggi le famiglie di Aosta sono in numero ridottissimo – ha spiegato l’assessora alle Politiche sociali, Clotilde Forcellati -, ma fosse anche solo una bisogna fare un ragionamento di principio».
Forcellati ha invitato a non ritenere «i servizi doposcuola non di qualità», ma ha evidenziato come «molti bambini mangiano bene solo perché lo fanno in Convitto e alcuni vivono situazioni eterogenee solo grazie all’accoglienza data da questa struttura – ha concluso -. È un servizio fondamentale, con operatori capaci e competenti; non possiamo dire alla Regione di cambiare la delibera, ma dobbiamo usare la forza del gruppo consiliare per interloquire».
Area Democratica
Dopo gli attacchi portati a palazzo regionale, i rappresentati di Area Democratica, Diego Foti e Luciano Boccazzi, hanno scelto la via dell’astensione in Comune.
«Ringraziamo tutti per aver portato l’argomento in Consiglio e aver cercato soluzioni concrete – ha spiegato Diego Foti -. Il punto fondamentale è che il voucher da 800 euro ha tagliato le gambe proprio alle famiglie più deboli, che devono anche anticipare i soldi. In un momento del genere, gli investimenti sul sociale dovrebbero raddoppiare, invece facciamo tagli e io mi dissocio da questa politica che non è progressista».
Poi ha spiegato il voto in difformità rispetto anche alla sua maggioranza.
«Ci asteniamo, pensavamo che l’impegnativa fosse più decisa – ha concluso Foti, parlando anche a nome di Luciano Boccazzi -. È un segnale politico, ma non un attacco alla maggioranza e nemmeno all’opposizione».
(alessandro bianchet)