Movida ad Aosta, il dj Bob Sinisi: «Quando finirà la persecuzione»?
Uno degli storici protagonisti della vita notturna rossonera invia un'accorata lettera via social e chiede un confronto al sindaco Gianni Nuti
Movida ad Aosta, tema rovente. Dopo l’incontro con la popolazione di martedì sera, propedeutico alla stesura di un accordo tra esercenti, giovani e residenti, ecco rimpolparsi la polemica, questa volta per mano della lettera pubblicata sui social da Bob Sinisi, noto dj rossonero e sul piede di guerra soprattutto per quanto riguarda l’idea di concedere solamente due eventi serali al mese per i locali del centro.
La lettera
Ecco la lettera pubblica da Bob Sinisi e diretta al sindaco di Aosta, Gianni Nuti.
Egregio signor sindaco Gianni Nuti,
Lei mi è sempre stata descritta come una persona amante delle arti, sensibile, collaborativa e progressista, pertanto, in qualità di dj, Le chiedo cortesemente se e quando avrà fine la persecuzione messa in atto dalla sua amministrazione nei confronti della mia categoria e naturalmente di quella dei gestori di bar e ristoranti cittadini.
Comprendo che storicamente alla gente di sinistra non sia mai andata troppo a genio la musica da discoteca, così come i luoghi che la propongono e l’ambiente che la circonda, erroneamente considerato fighetto e conservatore (sarebbe sufficiente andare a leggersi la sua genesi per comprendere che è stato uno dei generi più proletari e inclusivi di ogni tempo).
Settore in ginocchio
I Suoi ultimi provvedimenti mettono di fatto in ginocchio un settore già pesantemente penalizzato dalla pandemia: siamo stati i primi a fermarci e gli ultimi a ripartire, nel frattempo io ho esercitato con tutta la dignità del mondo la professione di lavapiatti.
In 38 anni di attività non ho mai assistito a una repressione così feroce, ad eccezione di quella “ad personam” esercitata nel 2004 nei confronti del Café du Moulin di Aosta che, guarda caso, mi fece perdere il lavoro.
Non vorrei che il proverbiale “colpirne uno per educarne cento” fosse diventato un più tranchant “colpiamoli tutti”, o che si arrivasse al rogo delle consolle, un po’ come accadde nei civilissimi Stati Uniti nei confronti dei vinili durante la famigerata Disco Demolition Night del 12 luglio 1979 al Comiskey Park di Chicago.
Io e una manciata di colleghi storici stiamo cercando soltanto di comprendere se è il caso di organizzarsi e andare a prestare i nostri servizi in luoghi più tolleranti.
Nel frattempo La invito a guardarsi attorno, ci sono realtà come la Fiera di Bolzano (le regioni a statuto speciale fanno sempre effetto dalle nostre parti) che recentemente hanno ospitato il celebre quartetto del Deejay Time raccogliendo migliaia di persone festanti e ballanti senza problemi.
Le ho citato un esempio, potrei proporgliene a decine.
Le sarei grato se mi potesse rispondere, magari vis à vis, avrei piacere di confrontarmi con un musicologo.
Io la musica, oltre ad amarla, ascoltarla e suonarla, la studio da decenni. È la mia ragione di vita.
Le auguro una buona giornata e buon lavoro.
(al.bi.)