Contratto comparto unico: salta la conciliazione, è ancora stato di agitazione
Dopo l'incontro di venerdì a palazzo regionale, Fp Cgil, Savt, Fialp Sivder e Conapo alzano nuovamente la voce; sindacati spaccati
Rinnovo del contratto Collettivo regionale del comparto unico, salta la conciliazione tra Regione e i sindacati Fp Cgil, Savt, Fialp Sivder e Conapo, portando gli stessi a dichiarare nuovamente lo stato di agitazione e portando a una divisione con Fp Cisl e Uil Funzione Pubblica.
Questo l’esito dell’incontro di venerdì 8 luglio a in Place Deffeyes, dove le sigle sindacali hanno incontrato coordinatrice del Dipartimento personale, Angela Battisti, e Roberta Quattrocchio, con funzioni prefettizie; assente il presidente del Celva, Franco Manes.
L’incontro
Insomma, nulla di fatto nella seduta di conciliazione richiesta per ottenere un’accelerata in merito al rinnovo del CCLR, che riguarda 5.000 lavoratori «che in un periodo di rincari e bollette alle stelle non possono aspettare ulteriormente».
A spiegare l’esito il segretario di Fp Cgil, Igor De Belli, ricevuto con Mauro Cretier del Savt, Massimo Pasqualotto della Fialp Sivder e il segretario del Conapo, Roberto Uva.
«Dichiariamo lo stato di agitazione del comparto unico» ha esclamato De Belli all’uscita dell’incontro, entrando poi nei dettagli di una mancata conciliazione dovuta a un profondo disaccordo in materia di tempistiche.
«Abbiamo chiesto tempistiche più stringenti almeno per l’ipotesi di accordo per un contratto, 2019-2021, che riguarda ben 5.000 lavoratori – ha spiegato il segretario della Fp Cgil -. A differenza di altri tipi di contratti statali e a differenza di quanto sta avvenendo in Friuli, Provincia di Bolzano, Sicilia e Sardegna, qui non abbiamo nemmeno gli indirizzi».
Le tempistiche
«Diamo atto all’amministrazione di avere ipotizzato tempistiche più ragionevoli, ma stigmatizziamo l’assenza per gli enti locali del presidente del Celva Franco Manes – continua ancora De Belli -. Noi, però, chiediamo di arrivare a settembre sia per quanto riguarda la parte economica, che per quella giuridico-normativa, che invece vorrebbe essere fatta slittare entro il 31 dicembre».
Le sigle sindacali prendono «atto dello sforzo», ma auspicano, nonostante la mancata conciliazione, «che quantomeno vengono rispettati i termini – spiega ancora De Belli -. Abbiamo preteso almeno un’ipotesi di contratto collettivo per ottobre, ma da questo lato non ci sono state concessioni».
Se il dato positivo è l’aver almeno «ottenuto un incontro», anche se arrivato «solo con lo stato di agitazione», Igor De Belli alza il tiro.
«Scioperi? Ci stiamo pensando, ma è difficile organizzarli in estate – ammette -. Sicuramente faremo assemblee capillari per spiegare bene cosa è successo».
Le richieste
Il segretario di Fp Cgil snocciola poi le richieste.
«Chiediamo concorsi, assunzioni e un piano straordinario, perché a differenza di quanto si pensa l’Italia ha la più bassa percentuale di dipendenti pubblici in proporzione alla popolazione» esclama ancora De Belli, che poi dettaglia.
«Come avvenuto per gli statali, chiediamo un amento del 5% complessivo tra riforma dell’ordinamento, stipendi e premialità – spiega ancora -. Questo è stato recepito e le risorse, a quanto pare, ci sono. Inoltre chiediamo la riforma dell’ordinamento professionale, viste le nuove competenze acquisite a livello informatico e digitale, ma anche nuovi meccanismi di carriera, con avanzamenti più puntuali».
Il problema, comunque, sono sempre le tempistiche.
«Il rischio – conclude De Belli – è quello di arrivare senza contratto a tutto il 2023, e questo non è accettabile».
Sindacati divisi
La divisione del fronte sindacale, con Fp Cisl e Uil da una parte e Fp Cgil, Savt, Fialp Sivder e Conapo dall’altra non aiuta.
«Loro hanno indetto uno stato di agitazione per conto proprio e hanno accolto positivamente le tempistiche prospettate dalla Regione – spiega Mauro Cretier del Savt -. Ma queste, per noi, sono offensive. Entro il 31 dicembre, nonostante tutti questi aumenti, i lavoratori non percepiranno una lira, perché la corresponsione degli emolumenti non è esigibile col contratto 2019-2020. Loro rappresentano il 20% dei lavoratori, ma per noi è allucinante non recuperare il denaro almeno fino al 2022».
(al.bi.)