Fénis: il Museo dell’artigianato valdostano di tradizione si è rifatto il look
Il nuovo Mav aprirà ufficialmente le porte ai visitatori a partire da giovedì 30 luglio e sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18
Il Museo dell’artigianato valdostano di tradizione di Fénis si è rifatto il look. I principali oggetti di ripensamento e ristrutturazione sono stati gli spazi e i colori del polo espositivo, ammodernati e adeguati ai gusti di un pubblico sempre più esigente, e gli allestimenti permanenti, ricostruiti per offrire ai visitatori un percorso di analisi dei patrimoni artigianali locali. Inaugurato nella serata di ieri, mercoledì 29 giugno, il nuovo Mav aprirà ufficialmente le porte ai visitatori a partire da giovedì 30 luglio e sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.
Una storia lunga oltre un decennio
Nato nel 2009 come narrazione di luoghi, il polo museale di Fénis è stato rinnovato non soltanto nel suo aspetto interno ma anche nella sua identità, evolvendo in un punto di riferimento culturale stimolo per nuove riflessioni su concetti come la manualità artigiana e la trasmissione delle proprie radici alle generazioni future.
«Giornate come questa rappresentano tasselli fondamentali per accrescere nel pubblico la consapevolezza del ruolo storico e delle espressioni attuali del nostro artigianato, il quale non può tuttavia ridursi al solo ambito espositivo ma necessita di una componente imprenditoriale capace di generare un’offerta turistica e culturale di rilievo – ha commentato il presidente dell’Institut valdôtain de l’artisanat de tradition, Bruno Domaine, annunciando l’imminente apertura di una ulteriore boutique commerciale proprio nel paese -. Oltre al lavoro di vivificazione dell’anima artigiana locale, stiamo a oggi ragionando di concerto con l’assessorato competente per mettere in piedi azioni congiunte di sostegno trasversale a tale settore».
Il nuovo Mav
Con un investimento pari a 400 mila euro, il Museo dell’artigianato valdostano di tradizione è stato non soltanto ammodernato e reso maggiormente luminoso all’interno ma anche modificato quanto all’esperienza che esso punta a offrire al visitatore, che si trova catapultato in un viaggio nella creazione artistica vista con gli occhi dell’artigiano.
«Dopo un primo spazio dedicato alla memoria della storica collezione di manufatti in legno e pietra ollare realizzati da Jules Brocherel, il tour prosegue con due stanze consacrate invece rispettivamente alla materia, imprescindibile punto di partenza per la costruzione artigiana, e la forma, custode di elementi simbolici della tradizione poi evolutisi e modificatisi con il tempo – ha illustrato la conservatrice e responsabile del Mav, Nurye Donatoni -. Andando al di là del semplice sguardo, che rischia di generare una totale perdita del senso di un’opera, il percorso regala attenzione anche al gesto dell’artista con alcuni piccoli atelier dimostrativi che gli artigiani possono animare a piacimento, donando ai presenti un assaggio della propria arte prima di permettere loro di concludere la visita con un finale focus sulla bellezza nella sua soggettività e oggettività».
Le sfide dell’artigianato locale
Puntando a un futuro sempre più moderno e interattivo, il rinnovato Mav prevede di adottare innovativi stratagemmi per rendere maggiormente agevole e gradevole la fruizione delle proprie proposte culturali: accanto all’eliminazione totale delle didascalie esplicative delle opere in mostra, sostituite da alcuni QR code da scansionare con il proprio smartphone e rinvianti alle opportune spiegazioni, è tuttora in fase di completamento l’iter amministrativo che permetterà di creare un biglietto congiunto per la visita di ambedue museo e castello come valorizzazione di due ricchezze culturali e storiche importantissime per il paese.
«Prevediamo inoltre, consci di vivere in un periodo in cui il sapere attuale e dinamico dell’artigianato si trova ad affrontare un profondo cambiamento, di sottoporre a revisione la legge a sostegno suo e di coloro che lo rappresentano dandogli costantemente valore e identità – ha concluso l’assessore allo Sviluppo economico, formazione e lavoro, Luigi Bertschy -. Infine, ragionando in un’ottica quanto più possibile inclusiva, stiamo trattando per l’assunzione di persona svantaggiata che si renda simbolo di una comunità etica anche al di là degli obblighi imposti dalla legge».
(giorgia gambino)