Idroelettrico e torrenti: la replica di Marzi «abbiamo preferito la realtà alle favole»
L'assessore al Territorio Carlo Marzi risponde alla lettera aperta di Legambiente sull'idroelettrico e il deflusso minimo dei torrenti
Idroelettrico e torrenti: la replica di Marzi «abbiamo preferito la realtà alle favole».
L’assessore al Territorio Carlo Marzi risponde alla lettera aperta di Legambiente sull’idroelettrico e il deflusso minimo dei torrenti.
«Legambiente ha preso spunto da una mia risposta resa in Consiglio per pubblicare una serie di considerazioni che rendono una visione partigiana della situazione,- ha spiegato l’assessore Marzi -è bene sottolineare che gli aspetti ambientali sono tutelati e che non vi è l’intenzione di sottrarre acqua, ma che la contingenza rende necessario rivedere le misure idonee a fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici nel settore» ha continuato.
La risposta all’accusa di Legambiente
L’assessore Carlo Marzi
«Le favole vengono raccontate dagli adulti ai bambini, ma nel caso specifico io non ho un ruolo pedagogico nei confronti di nessuno degli attori coinvolti rispetto al tema delle acque – ha specificato Marzi -, mi spetta, invece, un ruolo pragmatico di mediazione tra i legittimi interessi di tutte le parti in causa. (..) Quanto narrato estrapolando una risposta in Consiglio rispetto ad un tema specifico non è un fatto, ma solo una delle opinioni di parte possibile» si è difeso l’assessore.
Le precisazioni
Marzi ha spiegato che ad oggi non risulterebbe necessario un provvedimento normativo per attuare il passaggio da deflusso minimo vitale (Dmv) al deflusso ecologico, in quanto le disposizioni della Regione sarebbero già allineate alle indicazioni fornite dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, contenute nel Piano tutela delle acque.
La Valle d’Aosta come «esempio virtuoso»
«Quello che conta è come viene calcolata la portata, computata secondo un sistema congruente con la definizione di deflusso ecologico» si legge nella risposta.
Per le nuove derivazioni idroelettriche (quelle dopo il 2006) sarebbero previsti dei rilasci superiori a quelli proposti dall’Autorità di bacino. Secondo l’assessore, la Regione starebbe adottando metodiche molto più raffinate su un numero di casi e una estensione territoriale che non ha eguali a livello nazionale.
«Per questo la Valle d’Aosta è citata dal Ministero della transizione ecologica quale esempio virtuoso» ha dichiarato Marzi.
La questione del Saint Barthélémy
In base alle parole dell’assessore, il torrente Saint Barthélémy, prosciugato secondo Legambiente dalle numerose sperimentazioni, non sarebbe più da considerarsi un corso d’acqua naturale, in quanto reso canale a cielo aperto dall’alluvione del 2000.
Inoltre, «la distribuzione delle acque è condivisa con tutti gli utenti irrigui ed idroelettrici in ordine ai comportamenti da tenere per assicurare un prelievo adeguato e garantire ai consorzi di disporre di acqua per irrigare» ha precisato l’assessore.
La ridefinizione delle concessioni irrigue
In conclusione, Marzi ha dichiarato che sarebbero in corso attività di revisione delle concessioni di derivazione a scopo irriguo, per definire le modalità per il rilascio dei quantitativi necessari. «Il ruolo di un amministratore è quello di riconoscere tutti i portatori di interesse e non solo una parte di essi, decidendo sull’uso dell’acqua nell’interesse di tutti i valdostani».
(v.r.)